Giovedi 8 Febbraio 2007, 11h00am.
“Hi, this is Neda, I can’t take your call at the moment, but please leave me a message and I’ll call you back… beep!”
“Ciao Neda, sono Sara, indovina chi mi ha chiamato? Te lo dico tanto non ci arriveresti mai! Fabio, di Latina, Fabietto dell’ostello insomma. Lo incontro dopo il lavoro, alle 18h30, se ti va di venire chiamami!”
Non posso crederci. Fabio a Londra. Quanto tempo è passato? 5 anni credo… si si, proprio 5 anni!
Che ci fa a Londra? Con chi sarà venuto? Per quanto resterà?
Sono a lavoro e non posso richiamarla adesso, che rabbia, muoio dalla curiosità di sapere tutto.
Le mando un messaggio: “Certo che vengo!”
E inizio a pensare a quando Fabio è entrato nelle nostre vite 5 anni fa.
Me lo ricordo bene Fabietto, faceva un gran casino in ostello, se lo ricordano un po’ tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Ricordo di non averci mai litigato, ma neanche di esserci mai stata molto in confidenza. Ricordo le cene nella cucina dell’ostello, ricordo le notti insonni passate a giocare a poker, ricordo le serate passate a chiacchierare, ognuno a parlare dei propri problemi e poi un ricordo meno positivo, quello della sua amicizia con il mio ex e del fatto che insieme facevano sempre ‘bordello’.
Forse è stato proprio quello a fermarmi in un certo senso dallo stringere un’amicizia piu’ forte e dal mantenere i contatti.
E ora che ho inquadrato bene Fabio nella mia mente inizio a pensare alle persone che lo conoscono e che sono ancora qua a Londra.
Non vedo l’ora di finire di lavorare per andare a questa rimpatriata.
Ho fissato a Bond Street alle 18h30.
Quando arrivo lui e Sara sono già là.
E come succede spesso quando non vedi qualcuno da 5 anni, dopo una manciata di secondi insieme, sembra che siano passati soli 5 giorni.
E’ sempre uguale, mi ero dimenticata un po’ il suo aspetto, il modo di parlare e di vestire, ma ora i ricordi riaffiorano e vedo che per Sara è la stessa cosa.
Pure lui dice che siamo sempre uguali e che non sembra assolutamente sia passato cosi’ tanto tempo.
Andiamo al Revolution, a Soho, uno dei posti dove io e Sara abbiamo vissuto un’infinità di bei momenti della nostra vita post-ostello.
Eh si, perché per quanto riguarda me e lei, si parla di vita nell’ostello e di quella post-ostello, quando è diventata la mia migliore amica.
E pensare che Fabio non sapeva neanche che fossimo diventate cosi’ amiche, dice che non se lo sarebbe mai aspettato.
Fabio è a Londra per un colloquio di lavoro, in questi anni ha realizzato il suo sogno, diventare pilota, e vola già da un annetto.
E parlandoci ti rendi conto che, anche se l’aspetto è sempre quello, lui è cambiato molto e probabilmente lo siamo anche noi.
E’ cresciuto, non è piu’ il casinista di prima, ma poi pensi anche che ora ha 25 anni e che quindi ai tempi ne aveva solo 20… It makes sense.
In teoria deve tornare a Roma il giorno dopo, ma sotto insistenza mia e di Sara decide di restare e passare il weekend con noi.
Venerdi sera organizziamo una spaghettata a casa mia e invito una decina di persone.
Come entra in salotto gli cade l’occhio su un grosso e particolare porta candele sullo scrittoio.
“Dove lo avete preso quello?”
“Cosa scusa?”
“Il porta candele, dove lo hai comprato?”
“Non lo so, lo aveva Riccardo in casa prima che ci trasferissimo insieme. Non lo hai conosciuto Riccardo, è arrivato in ostello poco dopo che te ne sei andato tu mi sembra…”
“Quel porta candele era mio, era nella mia stanza, lo avevo dato a Simona prima di andarmene!”
Come è incredibile la vita.
Riccardo, che neanche conosceva Fabio, lo aveva ricevuto da Simona, quando ancora stava in ostello.
In 5 anni quel porta candele, aveva cambiato 3 proprietari, 3 stanze in ostello e ben 2 case… e adesso il suo primo proprietario se lo ritrovava davanti.
Fabio oggi è ripartito, è stato un vero e proprio “blast from the past” come dicono gli inglesi.
Ora sono le 10h30 di sera, domattina ricomincia la settimana e ricomincio a lavorare.
E’ stata veramente una bella sorpresa ritrovarsi. Dopo la sorpresa di Fabio non posso fare a meno di pensare a tante persone che ho conosciuto e di cui non ho saputo piu’ niente. Chissà cosa fanno adesso e dove saranno.
Soprattutto mi piacerebbe sapere se anche a loro l’ostello ha lasciato quel ricordo indelebile, che bene o male ti accompagna anche a distanza di anni.
La mia vita non sarebbe stata la stessa senza quel posto, quella di Sara neanche, e secondo me neanche quella di tutte le persone che come noi hanno vissuto là per piu’ di 6 mesi.