Ciao e grazie di aver deciso di essere intervistata! Ci racconti chi sei, quanti anni hai, da quale parte dell’Italia provieni e da quanto sei a Londra?
Ciao, sono Barbara Bellabarba. Ho 44 anni e vengo da un piccolo paesino dell’entroterra marchigiano, vicino Fermo. A settembre di quest’anno avrò vissuto a Londra per metà della mia vita, 22 anni.

Cosa ti ha spinto a decidere di venire a Londra? E’ stata più curiosità o necessità?
La prima volta che sono venuta a Londra era anche la prima volta che volavo… non immaginavo che l’aereo sarebbe poi divenuto il mio habitat naturale….Sono partita per curiosità, in vacanza con una mia amica. Poi, siccome studiavo lingue, ci sono ritornata l’estate seguente e come succede spesso, mi sono innamorata di un English man e da un mese il mio soggiorno si è esteso….di qualche anno!

La tua professione ti porta continuamente in luoghi diversi. Come influisce questo sulla tua capacità di intrattenere i rapporti di amicizia (e/o familiari)? E’ un lavoro compatibile con chi desidera “metter su famiglia”?
Credo ci sia differenza tra chi lavora a corto raggio e chi, come me, fa voli internazionali. Inoltre dipende dal tipo di contratto. Io lavoro per la British Airways e devo dire di essere stata molto fortunata perché ho avuto l’opportunità di poter lavorare part-time dopo la nascita della mia prima bambina. Nonostante ciò, ho avuto molte difficoltà. Non avendo la mia famiglia vicino è stato difficile giostrare il lavoro, che implica delle notti via, con il crescere due bambine molto vicine di età. Inoltre, non è semplice trovare un partner comprensivo. Questo lavoro è sempre visto come un piacere, quasi un andare in vacanza e spesso nascono gelosie e incomprensioni. Inoltre poiché questo paese non offre molto aiuto con i bambini, per me la scelta migliore è stata optare per delle ragazze alla pari, sempre rigorosamente italiane. Avere qualcuno a casa della mia cultura e della mia lingua è stato fondamentale per me.

Come è cambiata la tua vita dopo l’11 settembre? Questo evento ha in qualche modo cambiato il tuo modo di lavorare?

Certamente l’11 settembre ha avuto un impatto molto grande nella vita di tutti, ma soprattutto per chi fa questo lavoro. In un certo senso ha tolto per sempre il piacere di viaggiare. Dopo l’11 settembre, i controlli di sicurezza sono diventati una tortura, inoltre abbiamo introdotto la porta blindata in cabina di pilotaggio e regole molto più rigide. L’atmosfera rilassata tra colleghi e piloti non è più la stessa.

Qual è la cosa più bella e più brutta del tuo lavoro?
La cosa più bella del mio lavoro è il viaggiare, nonostante tutte le difficoltà resta ciò che amo di più. È il senso di libertà, il tempo sospeso e il fatto che ogni viaggio è diverso, non solo la destinazione, ma anche i colleghi di lavoro, i passeggeri, le situazioni, i problemi, le sfide…bisogna sempre essere pronti. Inoltre, avendo dei prezzi agevolati con i biglietti, posso offrire delle vacanze fantastiche alla mia famiglia.
La cosa peggiore è la stanchezza dei fusi orari, delle notti in bianco e poi….c’è sempre un po’ di pericolo ad essere sospeso in aria… L’altro lato che non amo è che spesso si deve lavorare durante le festività, quindi si perdono natali, compleanni, eventi importanti …e non si ha molta vita sociale, almeno a casa!

Parliamo ora di quando hai intrapreso questa carriera. Ci racconti com’è andata?
Dopo essermi laureata in lingue, ho iniziato a lavorare in ufficio, prima in un’agenzia di musica e poi come project manager in un’agenzia di traduzioni.
Devo dire che non ho mai amato la routine e il lavoro d’ufficio mi andava stretto…Inoltre, fare la hostess era sempre stato il mio sogno fin da piccola…Quindi, quando per caso ho visto un annuncio della British Airways su un giornale, mi sono detta che almeno dovevo provare… E così ho fatto la domanda.

Qual è stata la cosa più difficile da affrontare durante il colloquio? Cosa consiglieresti a chi deve affrontarlo?
All’epoca, il colloquio consisteva in giochi psicologici di gruppo prima e poi in un test scritto e in una discussione individuale finale. Eravamo in tanti, ma c’erano anche tanti posti disponibili ed io l’ho affrontato con leggerezza, pensando che comunque avevo già un lavoro e quindi se lo avessi superato sarebbe stato destino.
Ora credo che il processo sia differente, i tempi sono cambiati, c’è molta richiesta e pochi posti…Inoltre non c’è’ più necessità di parlare un’altra lingua, anche se è auspicabile…La cosa più importante è parlare bene l’inglese, presentarsi bene e avere esperienza di customer service, in qualsiasi settore. Consiglio sicuramente di non sprecare tempo e denaro in corsi per assistenti di volo che promettono il posto sicuro….L’importante è l’esperienza con il pubblico.

Ci racconti la tua settimana tipo? Quanti giorni sei via da Londra?
Ora lavoro part-time, quindi ho molto tempo libero. Normalmente, un volo può portarti via da Londra dai 3 ai 9 giorni e al ritorno si hanno 3 o 4 giorni di riposo.
Con il part-time si possono scegliere diversi contratti: 75%, 50% e 33%.
Quindi, nel mio mese di lavoro, ad esempio posso partire per un viaggio di 4 giorni per San Francisco e poi non volo per 3 giorni, poi riparto ad esempio 5 giorni per Singapore ed ho 4 giorni di riposo al ritorno. Al momento però il nuovo contratto prevede meno giorni di riposo.

Per chi vuole fare l’assistente di volo, in Inghilterra ci sono maggiori opportunità rispetto all’Italia?
Credo di sì. Ho l’impressione che in Italia sia ancora tutto basato sulla raccomandazione, mentre in Inghilterra ci sono sicuramente maggiori possibilità e più trasparenza.

Per chi desidera iniziare l’avventura da assistente di volo ….da dove è che si parte?cosa bisogna fare?
Basta semplicemente cercare gli annunci su internet, o direttamente sul sito delle compagnie aeree oppure su siti specializzati nel trovare lavoro nell’industria aeronautica. Se l’inglese non è la lingua madre, consiglio di fare un corso intensivo prima per imparare bene l’inglese e inoltre avere esperienza lavorativa a contatto con il pubblico, che sia come barman o come commesso…ecc.

Quali titoli di studio sono necessari per esercitare la tua professione?
L’equivalente dei GCSE di inglese e matematica con un’esperienza minima di un anno lavorativo in servizio clienti.

Quale livello di inglese è richiesto?
Il livello di inglese dev’essere buono, direi almeno l’equivalente di un First Certificate o meglio Proficiency.

Sono richiesti requisiti fisici, come un’altezza minima o altro?
Peso e altezza devono essere in proporzione e bisogna essere in grado di raggiungere i portabagagli in alto degli aerei – quando ho iniziato io l’altezza minima era di 162 cm. L’importante è essere fisicamente sani.

Se tornassi indietro, intraprenderesti di nuovo la carriera di assistente di volo, soprattutto in Inghilterra?
Certamente sì, però forse inizierei prima e farei solo un’esperienza di qualche anno perché è molto pesante quando si ha anche una famiglia.

Vorresti tornare in Italia, e se sì, credi che sarebbe possibile occupare la stessa posizione che occupi adesso? (alle stesse condizioni)
Mi piacerebbe tornare in Italia e potrei farlo mantenendo la posizione che ho ora. Molti miei colleghi fanno i “pendolari” da altri paesi, soprattutto col part-time sarebbe facile salire su un aereo, poiché il prezzo dei nostri biglietti sono molto ridotti, per poi prenderne un altro. Ciò che me lo impedisce è che ormai le mie figlie hanno la loro vita a Londra. Spero di poterlo fare quando saranno maggiorenni.

Grazie per il tempo che hai dedicato a rispondere a queste domande. C’è qualcos’altro che vorresti dirci che non è stato incluso nelle domande?
Per fare questo lavoro bisogna avere molta pazienza, avere l’abilità di coprire più ruoli allo stesso tempo e soprattutto…sorridere!