Author: admin

Council, tu mi fai morire

Stasera ho messo su un CD di Bruce Springsteen. Mi ha ricordato il suo concerto che sono andato a vedere allo stadio dell’Arsenal un po’ di tempo fa. Semplicemente incredibile. Se non siete mai stati ad un suo concerto, non perdete l’occasione la prossima volta che passa da queste parti. Io non sono mai stato un suo grande fan, conosco solo in parte il suo repertorio. Avevo sentito però che dal vivo è un vero spettacolo e ho deciso di andarci, anche spinto da un amico irlandese che è un suo fan sfegatato e da mia moglie, alla quale Bruce è sempre piaciuto molto. E meno male che mi hanno convinto. E’ stato uno dei concerti più belli che abbia mai visto. Bruce sul palco è una vera bestia, instancabile. Ha 59 anni e ha più energia di me che ne ho 34. Ha cantato 2 ore e mezza non-stop, senza neanche una pausa tra una canzone e l’altra. E pure facendo le “knee slides” sul palco, roba che mi facevano male le ginocchia solo a vederlo. Il palco è suo, è veramente il Boss. E a dispetto di molti altri artisti, quando è lassù è l’uomo più felice del mondo e si tira dietro tutto il pubblico in quella felicità. Andare al concerto di Bruce è stato però anche l’ennesimo “scontro” con gli eccessi di formalità degli inglesi....

Read More

Dio benedica il GPS e tutti i suoi satelliti (USA)

Mi avevano detto che i taxisti a Los Angeles non conoscono le strade della città, ma ho pensato al solito luogo comune. Arrivo alle 2 del mattino. LAX, ovvero aeroporto internazionale di Los Angeles. Praticamente un DulcoLAX, se arrivi dopo 19 ore di viaggio. Ma ormai ci sono, sono in LA, un taxi e sono in albergo. Troppo facile. Mi metto in fila, c’è coda per il taxi. Ho anni di esperienza di code anglosassoni, mi robotizzo e mi posiziono. Ho lo zaino bagnato. A NY, siccome l’aereo era in ritardo, hanno lasciato i bagagli in attesa all’aperto. Peccato piovesse. Comunque sono in fila, aspetto il mio turno ondeggiando come il una boa nel mare. Arriva il bagnino e mi mostra il mio taxi. Mi infilo nella macchina gialla, vetro scorrevole tra me e l’autista. Per evitare errori, fornisco all’autista indiano un foglietto con l’indirizzo dell’hotel. Sunset Boulevard, Hollywood, ci hanno fatto anche un film con questo nome nel 1950, sono in una botte de fero, tutti sanno dov’è. L’autista: “che città è?”. Pausa. “Sorry?”, gli dico. Magari ho sentito male, sono stanco, a quest’ora il martelletto, incudine e staffa hanno probabilmente dato forfait assieme al timpano. “Che città è?”. Hollywood, diamine, Hollywood, Hollywood! Marlon Brando, Fred Astaire, Donald Duck! Blank. Nada. Vuoto. Ding! Mi fa la domanda risolutiva: “Ti fidi di dove vado o preferisci che metta il...

Read More

Non solo prugne (USA)

In Europa il cofano della macchine mi arriva un po’ sopra il ginocchio. In America oltre la cintura dei pantaloni, praticamente ai gomiti. In America “size matters”, eccome. Tutto è grande nel paese a stelle strisciate. Dalla cilindrata delle automobili alle lattine della Redbull. Qui la coca piccola è quasi un litro. Quella grande è il pacco famiglia europeo. Ma non c’è da stupirsi. E’ il risultato della generosità della natura che ha regalato ai conquistatori (sì, proprio quelli che hanno spazzato via le tribù indiane) spazi infiniti da invadere con ruote, pistoni e sirene. In Europa ci hanno dato uno straccettino di terra e ci han detto: “stringetevi”. Secondo giorno a Los Angeles, la città costruita sull’automobile, l’automobile con la città attorno. Oggi, lasciato alle spalle il baraccone Hollywood, ho fatto un tuffo nell’opulenza di Beverly Hills. Rodeo Drive è la famosa strada con le boutique di tutte le grandi firme della moda, da Versace a Gucci. E come tutte le strade dominate dal branding, ti fa perdere la percezione della geografia. Rodeo Drive come Bond Street, come Via Condotti. Le catene rendono tutti i posti uguali. Rodeo Drive fa parte del Golden Triangle, un fazzoletto di quartiere che si dice sia il più costoso del mondo (ho sentito dire la stessa cosa di Oxford Circus e di Place Vendome a Parigi. Credo che basti che ci sia...

Read More

Saturday Morning Fever

Sabato. 9:30. Ho appena aperto gli occhi dopo una lunga notte in cui il mio sonno è stato interrotto svariate volte. Vivere a Brixton non è sempre un piacere. I miei vicini fanno più casino degli Osbournes quando Ozzy ancora si sniffava il Perù e purtroppo io ultimamente ho il sonno leggero. Un po’ come la principessa sul pisello. Ma molto più leggero. Inoltre la mia camera è un po’ fredda e stanotte avevo freddo. Anzi, sto ancora tremando. Nonostante abbia il gas a palla, non c’è verso di riscaldare la mia stanza da letto. L’unica cosa che sembra funzionare è un caldobagno DeLonghi che il mio padrone di casa mi ha lasciato in eredità. Ma ogni volta che lo accendo anche solo per 10 minuti, il mio impianto elettrico va in corto. Quindi, sto sinceramente valutando la possibilità di investire in una borsa dell’acqua calda. Ci sono ovviamente pro e contro. A dire il vero c’è un pro e un contro. Il pro è che eviterei l’assideramento notturno e il contro invece sta nel fatto che perderei parte del mio già discutibile sex appeal. A 28 anni non so se me la sentirei di dare l’ultima spallata al mio fascino. Borsa dell’acqua calda e calzettoni a letto sono legittimi solo dopo i 65. Non penso che nessuna donna, nel pieno delle sue facoltà mentali, si sognerebbe di passare...

Read More

Piccole cose

Lo stare in Italia per me ha il sapore delle piccole cose… dei piccoli piaceri… il calore della gente, il marmo rosa a Verona che si scalda al sole, il caffe’ fatto con la macchinetta a casa di mio padre, il giretto in moto sulle colline, il bicchiere di vino in piazza il sabato prima di pranzo… piccole cose… Mi piace ritornare a casa mia, in un paesotto nelle campagne del profondo nordest… mi piace tornare a quel ‘piccolo mondo antico’… mi piace camminare per quella strada che passa davanti alla chiesa di famiglia, alle case di nonne e zie fino all’ufficio di mia madre… mi piace il calore dei vacchietti con cui mi fermo a fare 2 chiacchiere… Un mondo con un sapore familiare dove ancora il dottore e il parroco vano a trovare la gente a casa, dove la sarta passa il pomeriggio a cucire a casa di mia nonna per figli, nipoti e bisnipoti… Un mondo di cui riesco ancora a sentirmi un po’parte, nonostante ormai abbia ben pochi amici rimasti li… eppure un mondo che ancora nn riuscirei ad accettare completamente, ancora non sufficiente a farmi pensare di tornare… nn...

Read More

Italians live longer

Una recente ricerca della prestigiosa rivista medica The Lancet ha messo in evidenza come il popolo italiano (insieme agli spagnoli) sia il più longevo in Europa. La cosa in realtà non credo sia una vera e propria novità, da tempo sappiamo di avere questo primato anche a livello mondiale assieme ai giapponesi. La BBC ha comunque pubblicato un articolo, che potete leggere qui, chiedendosi il perchè, in media, noi italiani viviamo ben 1 anno e 8 mesi in più dei nostri amici inglesi (81.5 anni contro 79.9). Come è possibile che in un paese che ha un’economia peggiore e che spende meno in sanità dell’Inghilterra si viva comunque più a lungo, si chiedono. Mah.. verrebbe da dire, cari amici, con a dieta che avete (ready meals a go-go) e con la felice abitudine del sfasciarsi ogni weekend fino all’età di 50 anni (alla voce binge drinking), non stupisce che arriviate al capolinea un po’ prima degli italiani. Gli scienziati sembrano comunque dire che la cosa non è così semplice e i fattori sono molti (e non si sa quale conti di più). Io comunque, nel dubbio, un ready meal in meno e qualche litro in meno di birra, ogni tanto, me lo farei 🙂 p.s.: leggetevi anche i commenti all’articolo della BBC, piuttosto interessanti.. p.s.2: ho il sospetto che con i tagli alla sanità, l’arrivo del binge drinking anche...

Read More

L’insostenibile leggerezza del confronto

Nei commenti ai miei post mi viene spesso criticato il fatto che spesso confronto l’Inghilterra con l’Italia. Mi sono domandato più volte se fare questo confronto sia una cosa giusta o sbagliata. Ecco la mia conclusione: credo che sia giusto. Anzi, secondo me è inevitabile, e questi sono i miei motivi: 1) Inizio osservando che quelli di noi che si sono trasferiti dall’Italia a Londra lo hanno fatto molto probabilmente a seguito di un confronto. Abbiamo confrontato una aspetto della vita che era importante per noi in quel momento (la prospettiva di lavoro o la voglia di vivere in luogo cosmopolita o altro) e abbiamo deciso che Londra vinceva il confronto rispetto all’Italia. Probabilmente anche molti di quelli che dicono che fare i confronti è sbagliato, sono loro stessi figli di un confronto. 2) Fare i confronti secondo me aiuta a capire quello che si ha, ad apprezzarlo di più e a costruirsi un’immagine più realistica di come sono davvero che cose che ci circondano. Non sottoporre quello che ci circonda a scrutinio e a confronto con le nostre esperienza precedenti può condurre ad una distorsione della realtà non indifferente. Ho conosciuto diverse persone per le quali l’Inghilterra non ha difetti (ma proprio nessuno!) e altrettante per la quale l’Italia è il posto più bello del mondo e vorrebbero tornare subito (domanda da 10 milioni di dollari: come mai...

Read More

E ci mancavano Il Volo

E ci mancavano pure “Il Volo”. Sentivamo la mancanza di un nuovo gruppo di adolescenti che cantano l’ennesima versione di ‘O Sole Mio. Nelle ultime settimane qualcuno di voi avrà visto la pubblicità de Il Volo. Non sono riuscito a recuperare l’advert su YouTube, ma qui sotto trovate comunque un loro video in caso non li conosceste già. Mettili insieme alla pubblicità della Dolmio e Bertolli e viene fuori una buona descrizione della sola immagine dell’Italia che riesce a vendere in UK (e nel resto del mondo). Mamma cicciona (di quelle che si alzano alle 7 del mattino a fare i tortellini a mano, ormai estinte ma ancora vivide nella mente degli inglesi), un un po’ di Opera, ‘o sole, ‘o mare e ‘a mafia e… Il Volo. Non siamo ancora riusciti a rinnovare la nostra immagine, siamo ancora lì, immobili. Beninteso, ogni giorno moltissimi italiani in UK, con il loro esempio sul posto di lavoro e nella vita sociale, dimostrano agli inglesi che quell’immagine è uno stereotipo figlio del passato. Ma il grande pubblico inglese ancora si ciba (gongolando) degli stereotipi perchè l’Italia non ha saputo fornire nuove immagini alle quali aggrapparsi quando si pensa all’Italia. E allora ti scappa un “ma che palle!” quando il “sensational” trio intona ‘O Sole Mio in tv e nella tua testa immagini la pizza, la mamma e il mandolino sullo sfondo....

Read More

Forse qualcosa sta cambiando..

Elezioni amministrative 2011 Siamo talmente abituati a dire che gli italiani sono in perenne anestesia, che il risultato di oggi non se lo aspettava nessuno. Il centro-sinistra vince in quasi tutti i comuni importanti alle ultime elezioni amministrative. Milano e Napoli passano al centro-sinistra, con Pisapia al nord e De Magistris al sud. Questa sì che è una novità, se il PDL perde in queste due roccaforti, vuol dire che qualcosa è successo. Ma fa quasi ridere vedere il Partito Democratico che si gongola e dice “abbiamo vinto”. In realtà sono proprio loro i più sorpresi. Questa “vittoria” gli è caduta dall’alto, senza che se ne accorgessero. Quello che non hanno capito è che la gente non ha votato per loro, ha votato contro Berlusconi. La gente ne ha le palle piene dello schifo della politica degli ultimi anni e ha votato sperando in un cambiamento. Non ha certo votato il PD per il loro programma, che non esiste, come non esiste quello del centro destra. Si autocongratulano di una vittoria che non è loro. E’ quella dei giovani italiani che sono stufi, che non vedono futuro e che oggi hanno capito che hanno un mezzo nuovo per far sentire la propria voce e per organizzarsi: internet. Giovani molto simili agli Indignatos spagnoli e non troppo diversi dai tunisini. Nell’Italia delle cose che non cambiano mai, questa volta qualcosa...

Read More

Potranno ora gli italiani all’estero smettere di essere derisi?

In più di 7 anni di Italianialondra.com non ho mai parlato di politica. Ho cercato di lasciar da parte le mie posizioni politiche perchè ho sempre pensato che questo sito dovesse essere uno spazio per tutti, qualunque fosse il credo politico. Quello che sta succedendo in Italia in questi giorni, e che è successo negli ultimi anni, però non ha più a che fare con la politica. In Italia non c’è più destra, centro, sinistra, ma piuttosto una generazione di politici incollati alle loro poltrone e pronte a vendersi gli ideali (quando li hanno) al miglior offerente. Mi sento quindi libero di scrivere questo post con la convinzione che chi legge saprà capire che non è una presa di posizione politica, ma solo un genuino desiderio di dignità. Credo che gli italiani che vivono all’estero, indipendentemente dal proprio credo politico, vogliano smettere di essere derisi per colpa di quel circo tristissimo che è la politica italiana. E’ proprio questo l’argomento che voglio affrontare: basta con le figure di merda. Ogni giorno ogni italiano all’estero si sforza di contribuire alla creazione di un’immagine credibile dell’Italia davanti al popolo che lo ospita. La nostra immagine in passato non è stata così bella, specialmente agli occhi degli inglesi, a causa dei rancori della guerra, della mafia e molti altri fattori che non sto qui ad elencare. Gli italiani di ultima generazione hanno,...

Read More

Condanna a Google. Italia = Cina.

Ormai, gli italiani all’estero e in particolare quelli a Londra, assistono da anni al triste stillicidio sui giornali locali di figuracce dell’Italia. Nell’ultimo anno in particolare le onorevoli schifezze della classe politica italiana hanno fornito sufficente materiale per consentire ai media inglesi di parlare quasi settimanalmente delle cose incredibili che succedono in Italia. Qualche giorno fa, è arrivata un’altra notizia di quelle che danno un’immagine dell’Italia primitiva, incapace di capire il mondo che la circonda, incastrata in un protezionismo di altri tempi. Questa volta non parlo di figuracce politiche, ma della sentenza che il tribunale di Milano ha inflitto a Google Italia per un video che un utente a pubblicato su Google Video nel quale un ragazzo down veniva insultato e picchiato da un gruppetto di studenti torinesi. La condanna è stata per violazione della privacy. (https://www.corriere.it/salute/disabilita/10_febbraio_24/dirigenti-google-condannati_29ebaefe-2122-11df-940a-00144f02aabe.shtml) La notizia della condanna ha fatto il giro del mondo in un microsecondo, perchè è il primo caso al mondo di una provider condannato per i contenuti pubblicati dai propri utenti. Una condanna che a molti ha fatto equiparare l’Italia alla Cina. Già avevamo visto in passato leggi allucinanti studiate per limitare la libertà di Internet in Italia (che ovviamente fa paura a certe persone), come la legge bavaglio sui bloggers. E’ chiaro che non si può condividere le azioni mostrate dal video (la cosa poi mi risulta particolarmente antipatica. Ho fatto...

Read More

Studentessa italiana arrestata a Londra perche’ filma edifici

Una studentessa italiana a Londra e’ stata intervistata dal Guardian dopo stata arrestata dai Police Community Support Officers perche’ filmava degli edifici a Paddington. Qui trovate l’articolo del Guardian www.guardian.co.uk/uk/2009/dec/15/italian-student-police-arrest-filming Voi che ne pensate?...

Read More

Darwin al bagno

Chi di voi tiene un numero dell’intramontabile Topolino o magari la Settimana Enigmistica o, perché no, qualcosa di più colto e voluminoso in bagno? Nessun tabù, nulla di cui vergognarsi. E’ risaputo, infatti, che se gli italiani non sono proprio dei gran lettori, gran parte di essi possiede qualcosa da leggere per armonizzare mente ed esigenze fisiologiche, soprattutto fumetti, riviste e racconti brevi… E gli angli? A quanto pare, anche loro sono dediti allo stesso tipo di “hobby”, tanto è vero che è di questi giorni la sensazionale notizia che oggi vi riporto. Nel bagno degli ospiti di una dimora di campagna dell’Oxfordshire, da circa quarant’anni, faceva bella mostra di sé una copia de “L’origine delle specie” di Charles Darwin, acquistata in un mercatino di rigattiere per pochi scellini. Non sappiamo quanti ospiti si siano avventurati tra le sue pagine, ma che il libro fosse là era noto a tutti, amici e familiari. Proprio il cognato del proprietario, mentre visitava una delle tante mostre organizzate per celebrare il centenario della celebre teoria scientifica, ha notato l’assoluta somiglianza tra un raro volume in esposizione e il libercolo nel bagno. Una stima d’antiquario ha dunque rivelato che il volume utilizzato per armonizzare le funzioni del corpo era niente meno che una rara edizione del 1859 (solo 1.250 copie furono stampate in quell’anno), valore minimo 35.000 sterline. Il volume salvato dal gabinetto,...

Read More

The British Library

La BRITISH LIBRARY, in quel di Euston, è il mio rifugio dai mali dell’inverno, pioggia, buio, stanchezza e povertà. Ci vado spesso, tanto che ormai gli steward alla porta mi riconoscono senza batter ciglio (haha). Mi aggiro qua e là in questo edificio modernissimo (la biblioteca originale faceva parte fino a una decina di anni fa del British Museum, dove ancora restano gli spazi della Reading Room e della Kings Library) e vedo studenti e studiosi col laptop e la cup of tea. Sono così sereni da suscitare invidia, loro forse non sanno niente di lungaggini e decrementi del personale e libri spariti chissà dove. Vado alla British Library e mi vedo gratis “I Tesori”, in una galleria aperta gratuitamente al pubblico, dove ci sono opere e documenti imperdibili, tra cui la preziosissima copia in greco onciale della Bibbia (codex sinaiticum – IV secolo d.C.), dei bellissimi evangeliari miniati (famoso quello di Lindisfarne – IX secolo d.C), la Magna Carta, l’unica copia manoscritta del Beowulf, il Sutra del Diamante (il più antico libro a stampa del mondo), il diapason di Beethoven, l’atto di nozze di Mozart, le lettere di Jane Austen e le canzoni autografe dei Beatles. Ci sono poi mostre temporanee su vari argomenti. Ad esempio, al momento in cui scrivo, ce n’è una, totalmente gratuita e di grande interesse, sulla fotografia del XIX secolo, dal titolo “Points...

Read More

Mudlarking in London

Un mudlark è qualcuno che scandaglia nelle rive fangose di un fiume o di un porto in cerca di oggetti di un qualsivoglia valore. Il termine fu coniato nel diciottesimo secolo, in senso dispregiativo, ad indicare quei disperati che, durante la Rivoluzione Industriale, approfittavano delle basse maree per raccattare tutto ciò che poteva tornare utile o da cui trarre profitto. Celeberrimi poi i mudlarks della Londra vittoriana, bambini spesso orfani, costretti a cercare rifiuti riutilizzabili nelle fredde melme del Tamigi. Oggi i mudlarks esistono ancora, ma ciò che li spinge ad avventurarsi sulle rive del fiume, al calare della marea, non è l’indigenza, bensì un certo spirito di avventura, unito alla passione per l’archeologia e all’amore per la propria città. Per essere un moderno mudlark occorrono degli stivali di gomma, una certa attenzione e la speranza di trovare qualcosa di significativo. Una modena organizzazione, fondata nel 1980, The Society of Thames Mudlark, ha una licenza speciale, rilasciata dall’autorità portuale londinese, che permette ai suoi membri di dissotterrare reperti dal fango del Tamigi, anche con l’aiuto di metal detector, e riportare eventuali scoperte archeologiche al Museo di Londra. Un permesso standard giornaliero dà invece la possibilità a semplici appassionati di cercare oggetti sulle rive del fiume scavando fino a sette centimetri e mezzo di profondità. Ma è possibile anche mantenersi al livello di superficie, raccogliendo semplicemente ciò che è visibile,...

Read More

Italia in vendita! Chi offre di meno?

L’Italia è un posto incredibile, tanto magnifico quanto dannato. L’UNESCO ha stilato una lista che rende evidente come in Italia ci sia gran parte del il patrimonio artistico mondiale (https://it.wikipedia.org/wiki/Patrimonio_dell’umanità). Non difficile da crederci, basta aver viaggiato un po’ e ci si renderà conto di come nessun altro luogo al mondo abbia tanta bellezza concentrata in così poco spazio. Anche l’Inghilterra, ricca di storia e tradizioni, si fa piccola quando messa in confronto all’Italia. E allora sai che ti dico? Cementiamo un po’. Cos’è tutta sta bellezza? Quanta vanità! Dai, qualche bella colata qui e là che ci sta bene, un bel centro commerciale qua, una New Town là, diamoci dentro. Le colate senza tregua degli anni sessanta non sono abbastanza, ce ne vuole un altro po’. Insomma, vuoi pompare con questa betoniera o no? Vai vai! Nel silenzio quasi totale, quasi di nascosto, il governo ha varato recentemente una legge atroce. Il nome pubblicitario della legge è “piano casa”, per illudere gli italiani che i beneficiari di questa legge saranno loro e le loro case maggiorate del 20%. La realtà è un’altra. Al solito i beneficiari della legge saranno sempre loro, i furbetti del quartierino, i palazzinari e i politici con i quali vanno a braccetto. I danni saranno massicci, estetici, culturali, economici. La cosa peggiore di questa legge è che dà ai palazzinari libero accesso ad aree...

Read More

Vegas, super Vegas (USA)

Ore 22.55, Las Vegas. Connection nella città delle slot machines. E non scherzo. Las Vegas vista dall’alto non è una città, è una slot machine. Qui non si scherza, le slot machine sono addirittura nella sala d’aspetto del gate. Questo è l’ultimo post che scriverò sugli Stati Uniti. Trascorrerò ancora una settimana a New York, ma ho deciso di non scriverne. Probabilmente finirei per scrivere decine di post sulla grande mela. Se siete sintonizzati su Italianialondra.com probabilmente volete leggere di Londra, non del paese a stelle e strisce. Sono reduce da una conferenza di una settimana a San Jose, il cuore della Silicon Valley. A qualche chilometro da qui c’è Cupertino, la culla di Apple e di Steve Jobs, papà dell’iPod. All’aeroporto ho guardato con curiosità una bella cartina. Mostra tutte le aziende che hanno sede qui. Adobe, Google, Yahoo, ci sono tutte. La conferenza è stata di ottimo calibro. Ho parlato con ricercatori da tutto il mondo, il che aiuta a farsi un’idea della situazione in cui verte l’Italia. Un po’ triste. Ma della fuga di cervelli parlerò un’altra volta, essendo anche io un ricercatore, soffro a parlarne. Ora sono seduto all’aeroporto di Las Vegas e guardo fuori dai vetri la città dei balocchi. Le insegne luminose si vedono da qui. Mentre atterravamo ho visto la finta tour Eiffel e tutti gli altri casinò illuminati. Surreale. Il vero...

Read More

La modernita’ corre su rotaia ed arriva a St. Pancras

Con l’apertura della rinnovata stazione St.Pancras il 6 Novembre ed il primo servizio dell’Eurostar, il 14 novembre, Parigi si e’ spostata 20 minuti piu’ vicino a Londra o almeno cosi pensa la stampa inglese. In realta’ la Ville Lumiere e’ sempre li, splendida e affascinante e mentre i francesi battevano record su record di velocita’ col TGV finalmente la modernita’ arrivava in Inghilterra col primo collegamento ferroviario veramente ad alta velocita’. L’Eurostar andava ad alta velocita’ solo dopo aver varcato il tunnel della Manica. Prima di parlare dei tempi moderni mi soffermo sui bei tempi (?) andati . Il terminal internazionale di Waterloo non era sicuramente bello e sopratutto era angusto: lo scoprii prima dell’alba in un giorno di ottobre per il mio primo viaggio a Parigi. Erano solo 2 anni che il tunnel era stato aperto e solo un mese dopo venne chiuso. Fu proprio quella chiusura che fece scoprire come fosse gia’ diventato essenziale per il traffico passeggeri e merci da e per il continente: fu il caos per mesi con l’assalto a traghetti ed aerei, il continente era di nuovo isolato dall’Inghilterra! Molte volte sono tornato a Parigi in qualsiasi stagione ma sempre via cielo dall’Italia. Ritornato in Inghilterra il destino mi riporta a Parigi con l’Eurostar, questa volta era periodo di scontri e auto bruciate (ndr autunno 2005). Passi il tunnel, sfrecci verso Parigi e...

Read More

“Devi troppo andare ad Amsterdam, e` troppo fffuori!”

Una settimana fa, a quest’ora, giravo per il Red Light District di Amsterdam. Alle ragazze più belle dicevo “I love you”, alla inglese, con la lingua in mezzo ai denti. Loro non coglievano il romanticismo e tiravano fuori solo la lingua. L’ultima cosa che sentivo era il battere dei loro anelli sulla vetrina. Ogni tre “I love you” qualche spacciatore mi ha chiesto se volevo cocaina. O crack. O, semplicemente, soldi. Amsterdam qui, Amsterdam lì…per dieci anni mi hanno fatto una testa così con questa città. Prima i compagni di liceo strafattoni, poi amici puttanieri, poi colleghi universitari libertari. “Devi troppo andare ad Amsterdam, e`troppo fffuori!” Vediamola dunque… Amsterdam, nella sua parte più viva, non è che un mix di eccessi mal riuscito. Il centro vuole essere trasgressivo, ma la cosa più trasgressiva che ricordi e’ l’accostamento sesso, gioco d’azzardo e kebab di tre insegne poste a nemmeno dieci metri di distanza. Puoi essere credibile come festival dell’eccesso? No. Puoi essere credibile come sagra? Forse un pò di più. Il fatto è che la trasgressione richiede stile. Prendiamo Soho, un teatro che presenta Mary Poppins a pochi metri dal locale GAY. Bambini e borchiati che si mischiano la sera, insieme a impiegati in giacca nel pub di fronte. Questo si chiama stile. Amsterdam sta al sesso e alla droga come Sanremo sta alla musica leggera italiana o come Napoli...

Read More

A raven cried “Croack” and they all tumbled down

Mercoledì mattina, il mio giro turistico parte dal Tower Bridge, opera geniale di ingegneria civile e di architettura vittoriana, in uno stile gotico-fantasioso, che fa un pò Disneyland. Piove e c’è un ventaccio freddo; con la fedele guida blu in mano, l’indice tra pagina 102 e pagina 103, l’ombrello inutilizzabile sotto l’ascella -tipo baguette – e il cappuccio del soprabito calato in testa, sembro il Gobbo di Notre Dame! Ho rimediato 2 ingressi gratuiti per la Torre di Londra, che infatti non avevo mai visitato prima, a causa dell’esoso prezzo del biglietto (quindici pounds), e, come un novello Aigor , attraverso trotterellando il ponte per incontrare un’ amica e proseguire con lei il giro turistico. La Torre di Londra è un complesso di edifici interessanti, tra i più antichi in città. Per certi versi si tratta di un medioevo ricostruito, ad uso turistico, con stanze ridipinte di fresco e re e giullari che vagano tra le mura addentando panini nell’ora di pausa. Al tempo stesso è un luogo che trasuda storia e tradizione, da un lato corone e scettri regali incrostati di diamanti grossi come uova e dall’altro celle umide e anguste, intessute di graffiti e disperazione. Qui, tra orgogliosi Beefeaters e corvi ben nutriti, che non possono e non devono volare via, le epoche si mescolano in un crogiuolo di stili diversi: finestre tudor, mura normanne, street-lamps vittoriane...

Read More

Vado al Massimo

Sono le 3 del mattino e sono seduto sul mio letto in un Hotel da qualche parte in Città del Messico. Non riesco più a dormire per via del fuso. Per me sarebbero le 9 del mattino e a questa ora sono solitamente in piedi. In genere la mia sveglia suona alle 8:30 ed il mio orologio biologico mi ricorda che dovrei già essere in metropolitana. La parte divertente è che sono praticamente esausto dopo 11 ore di volo. Era la prima volte che passavo così tanto tempo su un aereo e devo dire che non è un’esperienza positiva. Ranicchiato in una poltroncina in economy non sapevo proprio come riempire il mio tempo. Leggere? Ci ho provato ma la luce mi dava fastidio. Dormire? Ok, era un’opzione, ma dietro di me c’erano due tipi messicani che facevano un casino incredibile e che, complice una super dose di vodka lemonade, hanno iniziato a cantare tutto il loro repertorio in stile mariachi (andale, andale, arriba, arriba…). Fortunatamente per ragioni di sicurezza i chitarrozzi e i sombreros sono rimasti a terra. Ho anche provato a farli smettere. La prima volta da vero gentiluomo ho fatto notare che il tono dei loro stornelli era troppo elevato. Tutto ok per 20 minuti. Poi, dopo un altro paio di vodka lemonades, hanno ricominciato. La seconda volta gli ho spiegato con tono seccato che intendevo che...

Read More

Londra dal secondo piano

“Magari c’e’ un posto libero nella prima fila?”. Lo penso sempre, salendo le scale dell’autobus che portano al piano superiore. Sono a Londra da piu’ di un anno e mezzo e non ho mai smesso di apprezzare un’ altra bella particolarita’ londinese, l’autobus a due piani. Vado sempre al piano superiore e guardo una bellissima citta’ scorrermi al fianco come dal balconcino di un teatro. Il caro autobus a due piani londinese si e’ evoluto col tempo: dopo la guerra cominciarono a diffondersi i vecchi Regent della AEC e Titan della Leyland che avrete visto in quelche vecchio film, quelli col grosso radiatore verticale anni trenta. Questi autobus avevano gia’ il frontale asimmetrico – con la cabina del conducente a fianco del cofano del motore – che divenne cosi’ famosa in seguito. Tipico era inoltre il sano spirito pratico che informava la vita prima dell’ossessione della “health and safety”: la parte posteriore era aperta e potevi scendere dall’autobus sanza essere, come oggi, tenuto in ostaggio nel mezzo di oxford street, in una selva di semafori rossi, la prossima fermata un lontano miraggio; potevi perfino – incredibile dictu – scendere o salire in corsa! C’e’ da tremare al pensiero che ci sia stato un tempo nel quale si lasciava al singolo la scelta di decidere, tutto da solo, se e quando qualcosa era pericoloso…. delle innumeri stragi che questa mentalita’...

Read More

L’Estate Sta Finendo

L’estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va ah ah ahhhh. Continuano le citazioni degli anni ottanta, che fanno sempre la loro porca figura. Se pensate che nel post di oggi si parla di fine dell’estate come periodo triste, vi sbagliate di grosso. Io, infatti, a differenza dei Righeira, adoro l’autunno. Sono nato l’ultimo giorno d’estate e di conseguenza l’autunno è la prima stagione in cui ho vissuto e ho fatto le mie prime esperienze (niente di eccitante, le solite cose: pipì, ruttino e cosi via). E poi c’è quest’aurea poetica che pervade le giornate autunnali. Le foglie ingiallite che si depositano sui marciapiedi, le giornate che si accorciano, le prime piogge pesanti e la vendemmia. Quest’atmosfera malinconica stimola la mia fantasia e quindi penso che sarà un periodo prolifico sia per quanto riguarda il mio lavoro che per il mio blog. Purtroppo l’autunno mi rende anche abbastanza vulnerabile sotto il profilo sentimentale. È un paio di anni che per me l’inizio dell’autunno coincide con l’inizio o la fine di storie importanti. E quest’anno ero intenzionato a non farmi fregare. Il problema è che quando si parla di signorine la mia forza di volontà spesso vacilla e tutto va a finire a puttane (metaforicamente parlando). È un paio di settimane che mi sono imposto un rigido programma di disintossicazione...

Read More

EXTRA EXTRA… READ ALL ABOUT IT!

Trovare lavoro come comparsa per televisione e cinema è il sogno di molti, riuscire a mantenersi con un lavoro del genere è un’utopia. Chiariamo alcuni punti. Lavorare come “extra” non vuol dire recitare. Un background artist non è un attore, ma una qualunque persona casalinga, studente, selfemployed, o comunque con un qualsiasi lavoro flessibile al punto da riuscire ad accettare last minute jobs per arrotondare lo stipendio. Non bisogna aver studiato recitazione per essere un extra, né tanto meno essere fotogenici. Basta essere persone comuni. Diventare una comparsa a Londra è relativamente semplice: bisogna registrarsi in una Casting Agency. Di agenzie di casting ce ne sono una valanga, ma quelle valide e con le carte in regola si possono contare su una mano. Per prima cosa tenete presente che la Casting Agency non vi chiederà né book fotografici, né tantomeno soldi “upfront”. C’è una registration fee annuale, in genere di £50, che verrà detratta dal tuo primo lavoro. Sarà poi l’agenzia stessa, al momento della registrazione, a farti due foto per il loro archivio, un primo piano e una a figura intera. L’unica difficoltà vera e propria è riuscire a registrarsi, in quanto registrano solo una volta l’anno e la domanda è alta. Una volta registrati poi, non pensate di venir chiamati subito per un lavoro, possono passare dei mesi, e in genere ti danno pochi giorni di notice....

Read More

Scaletta del 29 settembre

Eccoci qui, le canzoni dell’ultima puntata di The ITalian Job, appena mandate in onda, assieme all’intervista a Manuel Agnelli. Tra poco sara’ disponibile la versione in podcast per poterla riascoltare, appena la metto su vi avviso… JETLAG feat. RAF E’ necessario NEFFA Il mondo nuovo COR VELENO Dillo un’altra volta GIANNA NANNINI Io JOVANOTTI Falla girare AMIR feat. NEFER Shimi (BASSI MAESTRO rmx) TILAK Evocazione/silenzio FRANCO BATTIATO Perduto amor DOTTOR LIVINGSTONE Tutto è relativo CAPAREZZA La mia parte intollerante MARCO PARENTE La mia rivoluzione PACIFICO L’incompiuta AFTERHOURS Bye bye bombay AFTERHOURS The thin white line AFTERHOURS Ballad for my little hyena LIGABUE Cosa vuoi che sia VERTIGINI Call me crazy RADIODERVISH Tu si na cosa grande VINICIO CAPOSSELA Moskavalza LUNAPOP 50 special PATRIZIA LAQUIDARA Agisce SIMONA SALIS Su chi mi praxidi L’AURA Una favola PIERO MAZZOCCHETTI Amore mio ELISA Electricity PLANETFUNK Stop...

Read More

Honi soit qui mal y pense

Dato che avevo la giornata libera, ne ho approfittato per vedere un’amica a pranzo. Bighellonare mentre il resto del mondo lavora è un’arma a doppio taglio: a volte mi assale una specie di depressione e mi sento inutilmente stanca, come un nuotatore impazzito che si sbraccia annaspando nella direzione opposta a quella di gara; altre volte assaporo la condizione privilegiata di non dover fare file, di non incrociare migliaia di sventurati pendolari sul mio cammino e di trovare sempre un posto libero, sia sul bus, che al ristorante o al cinema. Per l’incontro conviviale sono rimasta in zona e la scelta è caduta su un locale pseudo-francese di qualità accettabile. Poi, la mia amica, pressata dagli impegni, mi ha salutato in fretta e furia non appena terminato di pranzare e io ho deciso di restare a Greenwich a fare un pò la turista pelandrona. Dato che c’era un mercatino in via di sbaraccamento dietro la chiesa di St. Alfege, sono andata a curiosare tra i banchi semispogli e mi sono soffermata su quello di una tipa che nell’aspetto tradiva lontani trascorsi da figlia dei fiori. Tra una chiacchiera e l’altra, ho comprato un libricino di massime, pensieri e citazioni di personaggi celebri stampato a Londra nel 1905, una cartolina italiana -stessa epoca – del celebre Golfo con Vesuvio e pino marittimo, e una collana in vetro, effetto ametista (tutto...

Read More

Intervista a Manuel Agnelli (Afterhours)

Nonostante le numerose date realizzate negli Stati Uniti e in giro per l’Europa, ieri i mitici Afterhours hanno calcato per la prima volta un palco londinese (quello di The Fly su New Oxford Street, grazie anche all’energetica Emma!). Un sogno che si avvera per il cantante del gruppo Manuel Agnelli, che ha condiviso con The Italian Job quattro chiacchiere in inglese. L’intervista andrà in onda venerdì 29 settembre 2006 come al solito da mezzogiorno alle 2, nell’ultima puntata dell’appuntamento estivo. Ma The Italian Job ripartirà presto, anzi prestissimo, in una versione invernale decisamente più imbottita per affrontare le lunghe giornate invernali. Se vuoi mandarmi qualche richiesta speciale o qualche pensiero per l’ultima puntata, l’indirizzo è, come sempre, gabriella@lifefm.org.uk. A venerdì! PS se hai tempo, fai un salto su...

Read More

Scaletta 22 Settembre 2006

Ecco i brani mandati in onda nella puntata di ieri, The Italian Job. A breve sarà disponibile il podcast della puntata, inclusa l’intervista a Omar Pedrini. Stay tuned! gabry x 1. TIZIANO FERRO Stop! Dimentica 2. CLUB DOGO Cani sciolti 2006 3. AFRICA UNITE Sotto pelle 4. JOVANOTTI Mi fido di te 5. ELISA & TINA TURNER Teach me again 6. RADIODERVISH Amara terra mia 7. CARMEN CONSOLI Maria catena 8. SAMUELE BERSANI La soggettiva del pollo arrosto 9. BARBARA CAVALERI Aria 10. GIANNA NANNINI Sei nell’anima 11. LIGABUE L’amore conta 12. CAPSICUM TREE Eleanor Rigby 13. SERGIO CAMMARIERE Nessuna è come te 14. NICKY NICOLAI E la chiamano estate (LTN MACHINE RMX) 15. GIANLUCA GRIGNANI Bambina dallo spazio 16. PLANETFUNK Laces 17. BENNATO & BRITTI Notte di mezza estate 18. ZUCCHERO Diavolo in me 19. FLAMINIO MAFFIA feat. MAX PEZZALI 1. OMAR PEDRINI Shock 2. OMAR PEDRINI La follia 3. OMAR PEDRINI Ragazzo non avere paura 4. OMAR PEDRINI Amore...

Read More

Ode al re sole

Londra sotto il sole e’ un’altra cosa. E’ cosi bella, cosi colorata, cosi attraente… come resisterle? Sono giorni che passeggio per Londra, mi sento in vacanza, mi sento una turista, mi sento… felice! Passo (poco) tempo al computer ma dall’Italia ho portato parecchi nuovi dischi quindi venerdi mi raccomando, sintonizzati su LifeFM perche’ ce ne saranno delle belle… Tra le anticipazioni, una chiacchierata con Omar Pedrini. Imperdibile! Attendo richieste, commenti e domande per Omar come sempre a questa email> gabriella@lifefm.org.uk. Per il momento, torno al sole, finche’...

Read More

ATTENZIONE!

La trasmissione di oggi va in onda in versione ridotta su SKFM, www.skfm.org.uk. Ci scusiamo per il disagio!!!!! Per ascoltare oggi The Italian Job, con l’intervista a Pacifico, sintonizzati da mezzogiorno sul sito di SKFM. La mia mail, invece, e’ sempre la stessa...

Read More

Intervista a Pacifico (in onda domani!)

Eccomi di rientro, dopo aver trascorso una manciata di giorni divisi tra Laguna veneziana e Milano. Non voglio annoiare nessuno con le mie banali elucubrazioni sulla difficoltà di intraprendere un viaggio in aereo in questo periodo. Persino i voli “no frills” hanno trasformato l’autobus volante in una meta raggiungibile soltanto dopo ore di controlli, una sempre più esigente dose di pazienza e un pizzico di fortuna. Altro che “senza fronzoli”. Anyway, domani in diretta vi racconto le peripezie degli ultimi giorni. Intanto ci tengo a confidarvi che in Italia ho avuto il piacere di conoscere e intervistare Gino de Crescenzo in arte Pacifico. Talentuoso musicista alla terza prova discografica, Pacifico è anche un finissimo manipolatore della parola che ha prestato la propria capacità di scrittura ad altri grandi artisti – da Samuele Bersani a Gianna Nannini, passando per Adriano Celentano e molti altri! – producendo deliziose canzoni di successo. Schivo paroliere dalla voce intensa almeno quanto lo sono i suoi bellissimi occhi, ha condiviso con The Italian Job il suo originale percorso artistico. Questa chiacchierata – per la prima volta tutta in italiano! – andrà in onda domani. L’appuntamento, dunque, è come sempre da mezzogiorno. Vi aspetto, così come aspetto le vostre mail a gabriella@lifefm.org.uk A...

Read More

People from Ibiza

Giovedì sera. 6pm. Esco dal lavoro con la mia sacca Roncato sotto braccio, destinazione Ibiza. Chi mi conosce sa che Ibiza non sarebbe la mia destinazione ideale. La house/trance music mi fa vomitare e non sono neanche un appassionato di droghe. I miei amici sono riusciti a convincermi del fatto che avessi bisogno di sfogare tutta la tensione accumulata in queste ultime settimane e inoltre ero estremamente curioso. Arriviamo ad Ibiza all’una di notte e prendiamo un taxi per Sant’Antoni nel nord dell’isola. Una volta depositate le valigie, andiamo in centro per vedere che aria tira. La gente nella quale m’imbatto è stranamente familiare. Com’è possibile? Io qui non ci sono mai stato e gli Ibizici (come minchia si chiamano gli abitanti di Ibiza?) non sono mai venuta a trovarmi a Brixtonia, nonostante i numerosi inviti a cena. E come mai capisco il loro idioma pur non avendo mai studiato Ibizico (vedi sopra)??? La risposta è facile e anche un sempliciotto come me c’è arrivato dopo un paio di minuti. Gli Ibizici in realtà non esistono, l’isola è stata colonizzata dagli inglesi anni e anni fa. Proprio come un cancro, un’armata di Kev in Tracksuit spedita dalla regina ha pian piano eliminato fisicamente gli Ibizici tramite sacrifici agli dei inglesi e cannibalismo. Gli indigeni sono quindi stati rimpiazzati con altri tamarri anglosassoni. Questo genocidio è passato inosservato a tutte...

Read More

Tripletta in travaglio

Almeno tre post aspettano di vedere la luce, ma nn c’e’ mai tempo per sedersi e scrivere… Ieri sveglia all’alba, 7am… mi ero dimenticato l’esistenza delle 7 di mattina… lavarsi, vestirsi,ciuffettino farsi, salto sull’autobus, destinazione Wimbledon… il primo ostacolo lungo la mia strada verso fama e impronta delle mani nel cemento a Leicester Square e’ rappresentato dalla coda che si snoda da ognuna delle biglietterie automatiche della metropolitana di Wimbledon fino quasi in strada… alzo gli occhi al cielo, pensiero benevolo al non aver ancora fatto la tessera dei trasporti pubblici dopo 2 anni che sono qui. Finalmente raggiungo il treno e mi posso rilassare lasciandomi trascinare in piacevole discussione con distinto 30enne sul fatto che prendermi a gomitate nella schiena spolverandosi la giacca nn rappresenta un modo gentile per farmi notare che ho qualche cm di spazio libero davanti a me. Raggiungo Fulham, dotato di mappa “London A to Z” percorro a grandi passi il tragitto che si frappone tra me e il bar spagnolo… mi viene alla mente il Rag. Filini che si muove fiducioso con mappa… La Rueda, arrivato. Dopo un paio di minuti che un losco individuo sbircia tra porte semi-aperte del locale, il fotografo realizza che il losco individuo sono io, mi saluta e mi mette un caffe’ in mano… ottimo inizio, visto che sono gia’ passate 2 ore da quando mi sono trascinato...

Read More

THE MOST IMPORTANT MEAL OF THE DAY…

Adesso si che mi sento cambiata. E’ avvenuto l’impensabile. Rinnegatemi italiani se volete, vi capisco! Ho raggiunto l’apice dell'”inglesizzazione”. Non si tratta piu’ di scusarsi diecimila volte o di parlare perennemente al condizionale. Passi pure il restare incollati alla televisione di sabato sera per vedere X Factor, ma a tutto c’è un limite e vi do regione. E’ successo. Non voglio giustificarmi con voi, voglio solo tentare di farvi capire come sono andati realmente i fatti. Quasi mi vergogno a raccontarvelo, ma se ve lo confido magari mi sento meglio, giusto per togliermi il peso dallo stomaco. L’altra mattina… in cucina… per la prima volta…ho preparato un’English Breakfast. Pfuuuu. L’ho detto. Non fate quelle facce scandalizzate, lasciatemi spiegare. Non ho completamente abbandonato brioche e cappuccino, solo la brioche. English breakfast e cappuccino, ancora non ho avuto il coraggio di dirlo a mia mamma. Le cose sono andate così. Quella mattina mi sono alzata con una voglia matta di Scramble Eggs. Non leggete con quell’ aria sconcertata. Da quando ho mangiato per la prima volta scramble eggs, la mia concezione di colazione è stata completamente sconvolta. Volevo quelle uova strapazzate e, per risparmiare i £4 di spesa in un café, me le sarei preparate da sola. Consulto il mio ricettario di fiducia: Google. 1,740,000 risultati per Scramble Eggs. Scelgo la ricetta che mi ispira di piu’ tra le prime cinque...

Read More

Molto Pittoresco!

C’era una volta, a Firenze, una pala d’altare dipinta da Frate Angelico nel lontano 1439 per la chiesa del convento di San Marco. La pala restò al suo posto per tanti secoli, rischiarata dalle candele e incensata dai riti quotidiani, finché un giorno, un francese di nome Napoleone, decise di condurre una campagna in Italia per conquistare “onore, gloria e ricchezze”. Il 29 giugno 1796 questo ventisettenne ambizioso giunse a Firenze, dove aveva anche uno zio canonico, e tra confusione, razzie e andirivieni di soldati, l’opera del frate Angelico fu smembrata in tanti pezzi diversi, che finirono assai lontano, in Germania e poi anche negli USA. Tuttavia, due di questi pezzi non si trovavano più e gli studiosi, consideravano la pala incompleta. Ma c’è un’altra storia. C’era una volta, in Inghilterra, una signora inglese, tale Jean Preston, che era molto colta e sapeva decifrare le scritture dei manoscritti medievali. Era talmente brava che negli anni Sessanta l’avevano chiamata a lavorare come curatrice per un’università della California. Mentre era laggiù, la signorina Preston pensò di fare un bel regalo a suo padre e acquistò due dipinti su tavola, di scuola italiana, raffiguranti dei santi monaci, dall’aria ascetica e meditativa. Il signor Preston fu molto felice del dono e quando morì, nel 1974, lasciò i due santi monaci ritratti su fondo dorato in eredità a quella sua figlia tanto studiosa e ispirata....

Read More

Very Punk Indeed.

In treno con noi, alla fine del concerto, c’è una famiglia. I genitori sono due persone normali, due quarantenni che vedreste il sabato pomeriggio al supermercato, con il carrello carico delle provviste per la settimana. La figlia avrà otto, nove anni. I capelli sono raccolti ai lati da due lunghe trecce; sopra sono incollati in una lunga cresta; nella maglietta campeggia la copertina del quarto album dei Rancid, LIFE WONT WAIT. Il figlio avrà dieci, undici anni. I suoi capelli, tinti di rosso, sono tutti sparati in aria; i pantaloni attillati hanno una fantasia scozzese a quadri, su sfondo colore rosso. Questa famiglia è un fenomeno. Immagino i loro genitori alla mia età, punk duri e puri con la passione per un gruppo appena emerso nelle scene musicali come perfetto erede dei Clash e dei Ramones. I Rancid. Forse anche loro si facevano le cassette con le compilation delle loro canzoni migliori. Forse anche lui li aveva fatti conoscere a lei. Forse anche lei li cantava durante i viaggi in macchina. Due ore prima il palco si oscura davanti a me, a pochi metri dalla transenna. Stuart è dietro. “Soon! Very soon!” non smette di dire. Poco prima scherzavamo su un tipo con la cresta rossa, il chiodo con gli spuntoni e gli anfibi pesanti. Abbiamo immaginato che all’uscita ci fosse la mamma ad aspettarlo in macchina, abbiamo immaginato...

Read More

IS WEST LONDON SAFER THAN EAST LONDON?

“Non toccate niente finche’ non abbiamo finito…” Non riuscivo a capacitarmi… continuavo a piangere incessantemente e a infamare mezzo mondo. Come al solito ho iniziato a incolparmi da sola, era un disastro che si poteva evitare… avrei potuto evitarlo, eccome se avrei potuto, sarebbe bastato avere una serratura piu’ efficiente, magari un piccolo allarme. Come al solito rimandi, perche’ non pensi mai che le cose possano succedere a te e finche’ non ci sbatti la testa per bene non te rendi conto. Continuavo a piangere e a fissare le poliziotte intente a raccogliere impronte digitali tra i miei effetti personali. Non c’erano piu’ segreti nell’intimita’ di casa mia. Ora ve lo posso raccontare piu’ o meno tranquillamente, ma per un paio di settimane non potevo neanche pensarci che ricominciavo a piangere. Eh si, e’ successo, mi hanno svaligiato casa, portandomi via qualche felicita’ materiale, che e’ stata riacquistata in poco tempo e lasciandomi una gran tristezza intorno, portandomi via tanti ricordi che purtroppo non posso ricomprare e lasciandomi il timore che possa riaccadere, magari con me in casa… La serenita’ non e’ facile riacquistarla come puoi fare con un pc o per la macchina digitale. Prima andavo a dormire tranquillamente, adesso spesso mi rialzo per andare a controllare se ho chiuso bene. In tutto questo una cosa devo dire: la polizia inglese mi e’ piaciuta molto. Sono subito venuti...

Read More

Capodanno cinico

Un altro fine anno e’ arrivato e io sento il cinismo salire, come una lenta ma inarrestabile marea……anche quest’anno, occorre stare attenti ad evitare tutte le retrospettive delle quali veniamo bombardati in tivvu’ e sui giornali…..ma a che serviranno, poi? Cosa e’ successo quest’anno me lo ricordo, no? Ha lo stesso sapore sciapo dei primi video che vedevi subito dopo averli girati con la telecamera, uh guarda il progresso, ecco gia’ pronto il video, ci sono tutti quelli che stanno ancora in questa stanza, ma allora a che serve guardare il video, guardiamoci senza video, no….. In questi giorni ho sempre l’impressione che la tivvu’ pensi che legioni di malati terminali, restati in coma per tutto l’anno, ne escano puntualmente quando c’e’ il tacchino in tavola, e allora tutti a dirgli “cosa e’ successo nel 2007”. Piu’ probabilmente, siccome gran parte del tempo la tivvu’ manda in onda un niente colorato, la fine d’anno si presta particolarmente per riempire questo niente di rutilanti colori fino al prossimo stacchetto pubblicitario. E’ come fare un “weather show” di venti minuti invece di dirmi alla svelta se domani fara’ bello o piovera’. Ooopps, dimenticavo, qualcuno ci ha gia’ pensato. La marea monta, e io lo devo dire: io il capodanno non l’ho mai capito. Il primo gennaio, per me, e’ sempre stato il giorno successivo al 31 dicembre. Non ho mai pensato...

Read More

Christmas countdown

Non te ne accorgi quasi e inizia il countdown. Natale e’ piu’ o meno lo stesso, ovunque tu sia, ma a Londra, come tutte le cose, anche questa viene, in qualche modo, esasperata. Ti accalchi insieme ad una vera e propria marea umana nel West End, che da tradizione il primo weekend d’avvento diventa isola pedonale per invogliare lo shopping, sorridi a vedere i bambini vestiti da Babbi Natale ovunque, sgomiti persino per provare i nuovi sapori natalizi dei caffe’ di Starbucks. Guardi commosso l’albero di Natale che svetta in Trafalgar Square e le luci che hanno popolato tutta la citta’. In ufficio ormai l’unico argomento di conversazione e’ il party di Natale con tanto di scommesse su chi quest’anno causera’ imbarazzo a se stesso e ad altri con comportamenti ad alto tasso alcoholico. Prenoti dei biglietti per andare a pattinare sul ghiaccio alla Somerset House. Ti trovi a sfogliare i libri piu’ stupidi in offerta da Waterstone solo perche’ parlano del Natale (la vera storia di Babbo Natale, come rendere la tua casa natalizia in 10 mosse, come trovar marito prima di Natale, etc…). In un eccesso di follia ti compri le corna da renna o il cappello da Babbo Natale. Ti entusiasmi a vedere la neve finta che viene sparata dal tetto di Harrods. Ok, si diventa tutti piu’ stupidi, un po’ come quando si e’ innamorati....

Read More

Turning Japanese (part 1)

Conversazione tipo con gruppo di ragazze giapponesi dopo cinque lezioni di giapponese. Io: “Anatatachi wa Nijonjin desu ka.” (Siete giapponesi?) Loro: “Uooooooooooooooooooooooooooooooo! Yes!” Io: “Konnichiwa!” (Ciao.) Loro: “Konnichiwaaaaaaaaaaaaaaaa!” Io: “Ogenki desu ka.” (Come va?) Loro: “Genki desu.” Io, scegliendone una: “Anata no namae wa nan desu ka.” (Come ti chiami?) Campionario di ragazze conosciute: Tomoko: indossava una cuffia rossa con pon pon. Mayoko: indossava due diverse scarpe. Entrambe Adidas, entrambi colorate, ma differenti. Yuki: si è scambiata una scarpa con Mayoko. Sadako: mi ha fatto una foto insieme a lei con una macchina fotografica usa e getta. Nori: gonna nera a falde e scarpe gialle. Itzuko: borsa più grande di lei. Io: “Gigi des” (Io mi chiamo Gigi) Loro mi guardano e ripetono il nome. Io: “Anatatachi wa gakusei desu ka.” (Siete studentesse?) Loro, muovendo la testa avanti e indietro come se avessero una molla invece del collo: “Hai.” “Gakka wa nan desu ka.” Quasi tutte mi hanno risposto “biuti student in Osaka/Tokyo/Okinawa etc.etc.” Le saluto dicendo “Ja mata.” Quando loro rispondono “Mata ne” le vorrei abbracciare una per una, perchè sembrano tanti piccoli ET caduti in un mondo lontano anni luce dalla loro dolcezza e leggerezza....

Read More

18 Stafford Terrace, W8

Vicino a High Street Kensington, poco lontano dal traffico e dagli spintonamenti nei negozi affollati, al numero 18 di Stafford Terrace, vi attende la pace aristocratica di una strada vittoriana e un appuntamento molto speciale con il passato. La dimora dell’illustratore e disegnatore satirico Edward Linley Sambourne, è una vera casa vittoriana, estremamente affascinante e traboccante di cose belle, alcune un pò particolari ed eccentriche, come i posacenere ricavati da zoccoli equini, le foto delle modelle nude sulle pareti del bagno (la cui vasca in marmo era usata da Sambourne non solo per abluzioni gelide, ma anche per lavare le stampe fotografiche del nitrato d’argento in eccesso), la fontanella con le conchiglie, le felci e le piume di struzzo e i fili collegati ai campanelli della servitù penzolanti un pò dovunque. Ma ci sono anche miriadi di schizzi e disegni realizzati da Edward per le pagine di Punch, i libri illustrati, i vetri d’arte, le ceramiche italiane, i ricordi di famiglia, memorie di amici e conoscenti. Mentre si gira fra capolavori dell’Arts & Crafts e opulenze “fin de siècle”, sembra davvero che cento anni siano stati solo un battito di ciglia: la realtà del presente è solo vagamente accennata dai vestiti moderni dei visitatori o dai lontani rumori post-industriali che giungono dalla strada. Edwaed Linley Sambourne fu cartoonist  della rivista Punch dal 1867 al 1910, anno della sua morte,...

Read More

arte e piccioni

Nel 1841 il quarto plinto di una delle piazze più famose al mondo rimase vuoto, per mancanza di fondi. Progettato da Sir Charles Barry, il piedistallo avrebbe dovuto ospitare il monumento equestre di Guglielmo IV, che però non fu mai realizzato.  Trafalgar Square, la prima pubblica piazza di Londra, ha dunque da sempre celebrato le glorie militari dell’Impero Britannico, a partire dal simbolo da cui deriva il suo nome, quell’ammiraglio Nelson, vincitore a Trafalgar, che ancora oggi domina la città dalla cima della celebre colonna.  Tuttavia, il quarto plinto è sempre stato sguarnito, e nessun re, ammiraglio o generale vi ha mai dimorato. Un vero e proprio non finito architettonico. Finché, nel 1998, la Royal Society for the encouragement of Arts, Manufactures and Commerce, (RSA) non ha deciso di dar vita ad un progetto di riablitazione del plinto rimasto vuoto, commissionando tre opere da esporre temporaneamente nell’arco di tre anni [Ecce Homo di Mark Wallinger (1999), Regardless of History di Bill Woodrow (2000)  e Monument di Rachel Whiteread (2001)]. Successivamente, il governo ha deciso di proseguire con il progetto, stabilendo un’apposita commissione, in modo da destinare il quarto plinto ad una continua esposizione di opere d’arte contemporanea, con cambiamenti biennali. Nel 2005, la scelta di riservare un angolo della piazza alla bianca scultura di Marc Quinn, realizzata in marmo di Pietrasanta, e raffigurante l’artista focomelica Alison Lapper incinta, aveva suscitato molto scalpore. Quinn aveva detto di...

Read More

415Hz

Si è tornati all’orario invernale, il che si traduce in giornate più brevi, con il crepuscolo che si fa largo già alle 4 del pomeriggio. Ma l’autunno, si sa, è foriero non solo di piogge, foglie dorate e frutti da raccogliere, ma anche di novità e iniziative, che a Londra, sede d’eccellenza delle cosiddette “industrie creative”, si traducono spesso in fiere e festival. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, e si spazia dal famosissimo BFI London Film Festival, giunto alla sua cinquantunesima edizione, all’Italian Film Festival, dal London Design Festival, alla Frieze Art Fair, passando per il Turner Prize (che però quest’anno si tiene a Liverpool) e la London Fashion Week. Però, per me, l’autunno significa anche un tuffo a ritroso nel tempo, tra suoni ed architetture barocche, a brevissima distanza da SE4. L’architettura barocca e neo-palladiana di Greenwich, eclettica, sobria, estranea agli artifici esuberanti del movimento, legata invece a forme e a motivi rinascimentali, trova le sue massime espressioni nella Queen’s House di Inigo Jones, nell’Old Royal Naval College progettato da Sir Christopher Wren e nelle forme originali concepite da Nicholas Hawksmoor per la chiesa di St.Alfege. E’ in questi luoghi che ogni anno, agli inizi di novembre, si tiene l’International Early Music Festival and Exhibition, un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati di musica antica, nonché per gli addetti ai lavori.Per tre giorni si può assistere...

Read More

Happy Days…

A volte, per scoprire certe rarità, bisogna seguire i londoners d.o.c., quelli che hanno vissuto da sempre a nord e a sud del fiume. Così mi è capitato di trovare, a pochi passi da Russell Square, un luogo dall’atmosfera unica, una sala da bowling come solo si sono viste nei vecchi films alla American Graffiti. Il Bloomsbury Lanes è una magnifica sala arredata con elementi autentici degli anni ’50, tra cui un bar dal design originale, una fila di tavoli in perfetto stile Happy Days, con i sedili imbottiti e i piani di formica, e, in aggiunta a tutto questo, la possibilità di calpestare fantastici tappeti vintage, dai motivi psichedelici. Nel locale si può non solo giocare a bowling, ma anche ascoltare musica dal vivo (tra cui gruppi rockabilly, ska, garage), organizzare dei parties, cenare scegliendo da un menu di “eclectic American cuisine”, nonché… sfidarsi a mitiche partite di calcio balilla (con palline illimitate e gratuite)! I prezzi del bowling sono molto accessibili se si sceglie di giocare in orari off-peak (in genere prima delle 16) e la quota include il noleggio delle scarpette. Per andare sul sicuro, si può prenotare la pista in anticipo, ma ogni sera due lanes sono lasciate libere, per permettere a tutti di cimentarsi in uno strike. Bloomsbury Lanes c/o Tavistock Hotel Bedford Way London WC1H...

Read More

Tiscali e il buffet

La disinvoltura dei fornitori di broadband inglesi, e i trucchi che sono loro permessi dalla legge, ogni tanto lasciano stupiti. Per mia colpa, per qualche tempo non ho ben controllato gli estratti conto della banca. Quando comincio a rifarlo noto che Tiscali mi fa pagare 17.99 per la broadband, e chissa’ da quando. Ma come, non erano 14.99? Nessuna notizia, nessuna lettera, nessun preavviso? Chiamo il servizio clienti, buongiono sono il taldeitali se non ricordo male mi avete aumentato la tariffa mensile? La risposta e’ be’ si’ in effetti abbiamo aumentato da 14.99 a 17.99. Ma come, dico io, mi aumentate il canone senza nemmeno una lettera? E’ nelle condizioni generali di contratto, sir, noi con il suo conto facciamo quello che vogliamo e possiamo aumentarle il canone solo perche’ ci gira, tanto sa, di regola la gente si fida di noi, ma se vuole la mettiamo in contatto col servizio assistenza. Chiamo il servizio assistenza, il quale mi chiede se voglio ritornare a 14.99. Quali conseguenze ci sono, chiedo io? Meno banda? Meno downloads? Inizio di un nuovo contratto? No, dice lui in sostanza, non ci sono conseguenze sulle caratteristiche della connessione e non e’ nemmeno l’inizio di un nuovo contratto (durata minima 12 mesi). E’ che Tiscali, come si dice a Roma, “ce prova” e poi se telefoni pur di non perderti ti riporta il canone al...

Read More

L’estate e la piscina a Londra

Per noi italiani e catalani dentro, non per Luisa che si sente un po’ inglese, londinese o whatever (che differenza fa in fondo!) quando arriva l’estate in citta’ se non si e’ a tiro del mare o non si ha tempo, scatta la ricerca della piscina all’aperto dove oziare, nuotare ed abbronzarsi. Quest’estate e’ andata cosi’ pioggia oggi, pioggia domani…freddo e solo qualche weekend di sole e caldo (dove tipicamente qualche amico nostro e’ rimasto imbottigliato nell’autostrada per andare al mare a Brighton) ed ormai l’estate volge al termine e anche questo post avrebbe dovuto apparire tempo fa….ma in fondo le giornate piu’ belle dell’estate pare siano arrivate in questo periodo. Comunque questo post e’ frutto dell’entusiasmo e delle ricerche dell’anno scorso e lo lascio a promemoria per provarci ancora l’anno prossimo…e per farvi scoprire una realta’ che purtroppo rischia di scomparire. La piscina all’aperto in Inghilterra e’ riferita tipicamente non come swimming pool, ma in maniera piu’ importante come Lido …e guarda caso la denominazione trae origine dal Lido di Venezia (dove ogni anno si svolge il Festival del Cinema che ho mancato anche quest’anno). Le piscine o lidos vivono il momento magico della loro costruzione negli anni venti e trenta, con architetti che si dedicano alla loro progettazione e i city council che ne finanziano la realizzazione. Succede che il mondo cambia, la terra vale oro e...

Read More

Fire alarm

Si sa gli incendi sono una cosa seria: col fuoco non si scherza. Ma se quando si parla di incendi a noi italiani vengono in mente ettari di bosco che spariscono ogni estate, Londra invece ha memoria di grandi incendi anche se avvenuti ormai in epoche remote . Gia’ nel 1212 Il Grande Incendio distrusse buona parte della citta’ . Passano 4 secoli e il Grande Incendio colpisce ancora nel 1666 (ndr. il 2 settembre) a.k.a Il Grande Incendio (non si usava allora “il ritorno di” o ” la vendetta di” o “Il Grande Incendio – Parte II) : una delle piu’ grosse calamita’ di Londra distrugge fra gli altri la cattedrale di San Paolo, alcuni ponti sul Tamigi, il Globe (ma questa e’ un’altra storia), la Guildhall etc. etc. L’onnipresente nell’archietttura di Londra, Christopher Wren, disegna il Monumento al Grande Incendio o semplicemente The Monument (vedi descrizione su sito City of London) realizzato fra il 1667 ed il 1671. Durante la II Guerra Mondiale e’ la volta dei bombardamenti tedeschi e di quello che divenne il Secondo Grande Incendio (anche se in realta’ e’ il terzo….). Ed allora ogni settimana lo stesso giorno alla stessa ora e’ il momento del fire alarm test ed ogni tanto, per verificare se non vi siate abituati abbassando il livello di attenzione, scatta l’evacuazione….che e’ un’esperienza sempre uguale ma sempre nuova e...

Read More

Anche i bambini piccoli a Londra viaggiano in Ferrari

In una domenica di fine agosto capitano alcuni eventi singolari: splende il sole, decido di prendermi un giorno off dal logorio della vita moderna come dice il Rena che guardacaso si trova proprio a Londra. In un gironzolare senza meta fissa per le strade di Londra, un po’ di sole (il poco di quest’esate) al parco non puo’ mancare….ci dirigiamo verso Green Park, ma passando davanti al Ritz noto qualche cosa…sembra solo una delle tante Ferrari parcheggiate per strada in giro per Londra, ma attenzione c’e’ qualcosa di insolito….nei sedili posteriori sono agganciati due seggiolini per bambini (foto sopra). In Italia questo sarebbe impensabile: se i bambini ti vomitano in macchina visto l’assetto-sospensioni non proprio da berlina, come si fa? Ma qui essere inglese significa essere se non almeno un po’ eccentrico sicuramente pragmatico: se per dire si organizza una gita coi bimbi, si fa comuque con qualsiasi tempo e non si rimanda perche’ in fondo il tempo e’ una variabile naturale che non si puo’ controllare. Beh questo essere un po’ naif in fondo ci piace…ed in fondo il vomito si pulisce anche sugli interni in pelle…..ed in fondo e’ solo un’automobile. PS. Visto Luisa che c’e’ qualcosa che a Londra mi piace: intendevo la Ferrari..vabbe’ domani lascio la tube a casa (che tanto o e’ in ritardo o in sciopero) e prendo anch’io la Ferrari per andare...

Read More

Museum of Brands

Sono reduce da escursione pomeridiana in quel di Notting Hill. A Carnevale finito, quando le stradine del quartiere, con i caffè e gli immancabili negozi di antiquario, erano animate solo dalla presenza di pochi turisti sparsi, qualche residente e un operatore ecologico che spazzava i vialetti davanti alle case color pastello, ecco che la nostra inviata si fermava a prendere la guida A-Z tascabilissima per cercare Colville Mews,W11 2AR, subito dietro Portobello Rd. Al numero 2 di questa anonima stradina, la aspettava un luogo alquanto singolare: The Museum of Brands. Nato grazie alla cospicua collezione dello storico Robert Opie, il museo contiene oltre 500.000 oggetti ed è il più grande del mondo. Attraverso un percorso labirintico, si può rivivere un secolo di consumismo e costume, dall’era vittoriana ai nostri giorni. Una specie di macchina del tempo in cui la storia si rivive attraverso scatole di latta, involucri di cartone, foto, cartoline, etichette, bottiglie di vetro, contenitori dalle forme più svariate, in ceramica, celluloide o plastica, lattine e barattoli. A ciò si aggiunge una mescolanza infinita di oggetti di culto o di uso comune, dalla radio all’aspirapolvere, dai dischi dei Beatles al Muppet Show, da Felix The Cat a Topolino, dalle maschere antigas al televisore portatile. Nel tunnel del tempo si affollano ricordi d’infanzia e nostalgie del passato, e semplici oggetti d’uso quotidiano come una saponetta o una scatola di...

Read More

Aperitivo con vista: Oxo Tower

’Oxo Tower e’ un “landmark” sulla south bank: centinaia, migliaia e milioni di turisti passano ai suoi piedi in tutte le stagioni. Molte delle persone che lavorano nella zona sostano a pranzo negli spazi verdi adiacenti a Coin street. Negli ultimi sette mesi e’ stata una presenza discreta e silenziosa anche per Piero per la sua vista ravvicinata dalla scrivania dell’ufficio. Dalla settimana prossima non lo sara’ piu’ e mi e’ sembrato giusto dedicargli un arrivederci sul blog. La sua storia e’ interessante: il complesso e’ stato costruito dove sorgeva un centrale elettrica agli inizi del novecento. A quei tempi l’Inghilterra era ancora una potenza industriale e a conferma di cio’, sulla stessa riva, dopo Blackfriars bridge sorgeva un’altra centrale che oggi ospita la Tate Modern. La facciata della centrale venne mantenuta e l’architetto diede all’edificio un tocco di art deco’. Come e’ noto Oxo e’ una marca di dadi da cucina che si trova al supermercato: l’edificio serviva come deposito per la conservazione e lavorazione della carne. Per pubblicizzare la marca l’idea era di mettere una insegna luminose a tre lettere, ma la proposta venne rifiutata ed allora il nome venne inserito come “elemento geometrico” sui quattro lati della torre in modo che non fosse piu’ considerato pubblicita’. Come in tutte le storie arriva il periodo buio e negli anni settanta ed ottanta il complesso ha rischiato la...

Read More