Ho conosciuto Davide Beccamo alla sagra delle castagne di Brighton, nell’autunno del 1997. Io stavo con la mia ragazza di allora, un’inglesina stragnocca ma, purtroppo, tonta come un palo, tanto che quando le ho dato un riccio per sgusciare la castagna lei ha frainteso, ha addentato il riccio e si è punta tutta la lingua. Poverina, era tanto tonta quanto innamorata di me: ma se lei progettava il nostro futuro assieme, io al massimo riuscivo ad organizzare un fine settimana, e mentre lei mi lusingava con regali da capogiro, io al massimo le offrivo un McChicken con i miei voucher omaggio.
Quella sera era particolarmente pallosa e per questo mi sono recato in bagno più volte con l’intento di mollarla; alla terza volta l’ho incontrato di fianco a me,mentre si sistemava i capelli allo specchio; una maglietta aderente firmata Mischino, un paio di pantaloni attillati, con un borsello color aragosta stretto sul fianco, Davide era ancora una giovane promessa del Manchester e della nazionale inglese, ma anche se era un novellino del jet-set britannico, mi ha riconosciuto e con un sorriso da schiaffi mi ha detto:
“Are you Gigi, aren’t you? I know you. Robbie* showed me your pictures, he can’t stop talking about you.”
“David Beckam here in Brighton, what a coincidence! How are you, man?”
“Not too bad. I’m here because I’m looking for some chicks and, you know, in these little countries they are very easy. Do you what I mean?” e mentre lo diceva mi ha dato tre colpetti di gomito nel braccio.
In quel momento un lampo di genio mi ha acceso il volto e ho progettato in tre secondi l’esito di quella serata e il proseguo della mia vita.
“You’re lucky man! Today I’m with a good friend of mine and she’s looking for someone as well.”
“Is it’”
”Yeah!”
Sono uscito con Davide dal bagno e l’ho condotto dalla mia ragazza, che nel frattempo aveva scoperto la vera consistenza delle castagne, ma, tonta come un palo, ne aveva morsicato una appena uscita dal fuoco e si era ustionata la lingua.
“David, this is Victoria Adams. Victoria this is David, a big friend of mine.”
“Hi Victoria, nice to meet you.”
“Hi David.”
Li ho lasciati soli con la scusa che dovevo andare a recuperare un CD dalla macchina, ma in realtà sono fuggito da Brighton verso Heathrow, dove ho preso il primo aereo per Cagliari, lasciando Davide e Vittoria al destino che tutti conoscete. Davide mi chiamò il giorno dopo per ringraziarmi e ci lasciammo con la ripromessa di sentirci ancora, ma come spesso capita, nelle occasionali amicizie speciali di una vacanza, nessuno più ci pensò.
Questo è quanto c’era da anticipare. Perché sette giorni fa mi arriva una chiamata da un numero sconosciuto.
“Hi Gigi, it’s David”
”David? The helper of the fifth floor?”
“No, David of Brighton, do you remember that crazy night you introduced me your friend?”
“David!! How are you man?”
“I’m fine. I call you because I need your help. There is crisis with Victoria and I think you know her better than anyone else. The problem is that she is so stupid, but she always says that I’m the stupid.”
“Is it?”
“Yes, yesterday she’s realized my football team’s not called SIEMENS but Real Madrid. In three years she thought the name of the team was the one on the t-shirt!”
“Don’t worry David, she’s only ingenuous. Are you ready for the next World Championship?”
“Yes of course.”
“You’ll be over!”
“Who? Victoria and I?”
“No, your team!”
“Real Madrid?”
“No, your national team!”
“Ah! Spain!”
“No, the team of the nation you are from!”
”Ahhh, England!” “Ahhhh! L’Inghilterra!”
”That’s it!”
Credetemi, Davide e Victoria si sono proprio trovati.

* Robbie è Robbie Williams, ossia Roberto Guglielmi di cui si è già parlato.

La foto ci ritrae in un party dell’altroieri, mentre Davide mi sorride per avergli salvato il rapporto.
David