Questa mattina mi arriva una chiamata dal numero memorizzato mesi fa, allorchè mi chiamarono dal privato, come “emergenze buckingham palace”.
“Hello?”
“Gigi, I call from Buckingham Palace. I’m the Queen’s butler.”
”Hello, aiuduing man?”
“Not too bad. Gigi, you must come here. The Queen is depressed.”
Come voi sapete la Regina oggi fa gli anni e proprio due sere fa mi ha chiesto di gestire l’animazione musicale del party organizzato con altri 99 matusa scelti tra i nati lo stesso suo giorno e lo stesso suo anno. Quel giorno l’ho vista proprio bene e quando a fine serata, alla mia scelta un po’azzardata di mettere un classico rivisitato come “Crazy Heart” di Little Tony, lei si è messa a pogare in mezzo ai 99, attoniti sudditi, io ho pensato che Carlo può anche mettersi le pive nel sacco e rinunciare per sempre al trono d’Inghilterra.
Per questo la notizia che la mia amica fosse caduta di nuovo in depressione è stata un vero fulmine a ciel sereno.
“Ok. I finish this level of Resident Evil 4 and I’ll be there.”
Mezz’ora dopo un taxi mi lascia a Buckingham Palace, il maggiordomo mi accoglie all’entrata, esattamente come pochi mesi la Regina aveva fatto vestita con la maglietta e i pantaloncini dell’Arsenal. Appena mi apre la porta di camera sua, mi vien da piangere al ricordo di quando mi vedeva e al grido di “Hey buddie!”, mi salutava col tipico spud; sdraiata a letto, lo sguardo perso sul soffitto, una penna in una mano e un blocco notes nell’altra, la Regina era l’ectoplasma della donna che conoscevo.
“Sta redigendo le sue ultime volontà. Così ha detto.” mi informa il maggiordomo.
“Elizabeth. Aiuduing?”
“Gigi Gigi, I’m happy to see you. Gigi, I’m gonna die. I’m 80. I’m old. Life is over. Game over for me.”
“Hey, what are you saying. You are brilliant! Don’t you remember the Tuesday party? You kicked all those old asses!”
“I tell you what. I invited all those people just to confirm I still have a sparkle of youth. But Gi, the truth is that I’m 80 e when you’re 80 you see the Death just behind the corner.”
“But Eli, don’t you remember the Italian singer I let you listen to? John Morands? He’s more or less you age and he still looks like a child. You should listen his songs, they are hymns to life.”
“Gigi, no time for music anymore. I’m ready to meet Freddie*, John* and George*. And unfortunately I’m ready to meet Diana as well. Can you conceal in my coffin the knuckleduster I showed you in my secret room?”
“No. Don’t joke with these things.”
“Gi, I watched that movie you suggested, Alien 4. Do you think someone can clone me as Ripley was? So I can wait a few months and then, when my clone will be born, my crown will be her. No way Charles to be king of England!”
“Elizabeth, Alien 4 is a sci-fi movie. And anyway, it’s the future, it’s 2568!”
“You mean no clonation?”
“No!”
“It’s the end, so.”

In mezz’ora non c’è stato verso di farle cambiare idea. Di positivo c’è stato che, con la diplomazia che gestisco come faccio con la scrittura, l’ho convinta a mettermi tra gli eredi della sua grandiosa fortuna. E così quando morirà io avrò una residenza nello Yorkshire, terra che amo, e ovviamente una casa in zona Chelsea che comprerò col ricavato di alcuni oggettini che mi spetteranno di diritto.
Ma ora occorre restituirle l’umore, perché io ho bisogno di lei, perché i nipoti hanno bisogno di lei, perché le fabbriche di cappellini hanno bisogno di lei, perché l’Inghilterra ha bisogno di lei!
Dal cellulare prendo il numero del mio amico Roberto Guglielmi.
“Hey Robbie, aiuduing? Gigi’s speaking.”
”Gigi, my friend. How can I help you?”
“I’ve a problem with a friend of mine. Robbie, I need two telephone numbers, probably you know the people I’m looking for.”
In un minuto Roberto si è sdebitato nel migliore dei modi per avergli lanciato la carriera solista, ma il mio piano era risolto solo per due terzi. Ho chiamato quindi Paris Hilton.
“Hi Paris, Gigi’s speaking. Aiuduing?”
“Gigi, nice to hear from you.”
“Paris, I need you help. You’re a famous heiress, maybe you can help me. I’m after one of the most famous Italian heirs.”
In un minuto anche Paris si rivela preziosa.
Mezz’ora dopo suonano al cancello di Buckingham Palace; il maggiordomo sale e presenta alla Regina i tre ospiti rintracciati attraverso Roberto e Paris.
“Her Majesty, I’d like to introduce you three friends of mine. Three fantastic persons.”
“Who are they Gigi?”
“She’s Kate Moss and he’s her boyfriend Pete Doherty. And he’s Lapo Elkann.”
“Nice to meet you.” dice Elisabetta nella tipica flemma britannica.
“I’ll let you alone. See you later.”

Mi hanno chiamato cinque minuti fa da Buckingham Palace. Mi hanno chiesto come ho fatto, perché appena i tre ospiti se ne sono andati la Regina si è alzata da letto ed è tornata quella di sempre.
“Gigi Gigi, but there is a problem now!”
“What?”
“It’s 1:00 a.m. and she’s been mopping the floors for three hours, while singing Little Tony’s “Crazy Heart” and using the mop as microphone!”
HAPPY BIRTHDAY ELIZABETH!

* Freddie Mercury
* John Lennon
* George Harrison.