Va beh, i bicchieri per l’acqua erano di plastica e non di vetro.
Va beh, ci hanno attaccato un adesivo con su scritto Delegate e non un pass collare con cui girare per il Regent’s College.
Va beh, il piccolo portachiavi-ricordo, nella sua raffigurazione di una cabina telefonica inglese, era molto, molto grossolano e più che una cabina sembra un parallelepipedo rosso con delle punte di vernice bianca.
Ma non per questo non è stata una figata.
In fondo tutte queste cose non avrei dovuto neanche annotarle.
Invece Daniel mi ha detto pochi giorni prima:
“Ti ho inserito tra i partecipanti alla conferenza di inizio anno del negozio.”
“Io? Perchè?”
“Perchè hai una certa importanza ormai.”
“Ok.”
Il megadirettoreextragalattico ci ha salutato tutti all’ingresso della megasala. PowerPoint era pronto ad essere smanettato con obiettivi e strategie per il prossimo anno. Il workbook sul tavolo era provvisto di matita nera con gommino rosa. Durante il break di dieci minuti hanno servito caffè e tè. La camicia a maniche lunghe non l’avevo mai usata prima.
Era proprio vero.
Era proprio vero che da queste parti vai avanti se lo meriti.
Pochi giorni più tardi Daniel mi ha offerto la promozione. Gliel’avevo chiesta settimane prima, ma poi ho avuto altre cose a cui pensare. Tra queste la scheda letteraria del mio romanzo, che, secondo gli ultimi avvistamenti, ha fatto la prima circolazione alla fiera del libro di Torino. Tra queste l’improvvisa notorieta` datami dal Londonpaper quando mi ha ritratto in prima pagina, insieme ad una ventina di tifosi del Milan, durante la finale di Champions League.
Alla fine me l’ha ricordato Daniel che dovevo essere promosso.
Durante il colloquio gli ho stilato cinque progetti per migliorare le vendite del piano. Piccole cose. L’importante non è tanto quello di cui si parla, quanto la lingua che si parla. Non c’entra nulla l’inglese. Intendo la lingua dei soldi. Ci potresti stare ore a parlare di business con i manager e non si stancherebbero mai. È la lingua che ho imparato a parlare anche io e siccome si tratta di un lavoro, ho imparato a gestirla abbastanza bene.
Dopo un anno e mezzo da dimostratore sono passato di livello.
Ora sono supervisore dei dimostratori dei giocattoli.
Non chiedetemi di cosa si tratti.
Sappiate che e`una figata.