Ore 22.55, Las Vegas. Connection nella città delle slot machines. E non scherzo. Las Vegas vista dall’alto non è una città, è una slot machine. Qui non si scherza, le slot machine sono addirittura nella sala d’aspetto del gate.

Questo è l’ultimo post che scriverò sugli Stati Uniti. Trascorrerò ancora una settimana a New York, ma ho deciso di non scriverne. Probabilmente finirei per scrivere decine di post sulla grande mela. Se siete sintonizzati su Italianialondra.com probabilmente volete leggere di Londra, non del paese a stelle e strisce.

Sono reduce da una conferenza di una settimana a San Jose, il cuore della Silicon Valley. A qualche chilometro da qui c’è Cupertino, la culla di Apple e di Steve Jobs, papà dell’iPod. All’aeroporto ho guardato con curiosità una bella cartina. Mostra tutte le aziende che hanno sede qui. Adobe, Google, Yahoo, ci sono tutte.

La conferenza è stata di ottimo calibro. Ho parlato con ricercatori da tutto il mondo, il che aiuta a farsi un’idea della situazione in cui verte l’Italia. Un po’ triste. Ma della fuga di cervelli parlerò un’altra volta, essendo anche io un ricercatore, soffro a parlarne.

Ora sono seduto all’aeroporto di Las Vegas e guardo fuori dai vetri la città dei balocchi. Le insegne luminose si vedono da qui. Mentre atterravamo ho visto la finta tour Eiffel e tutti gli altri casinò illuminati. Surreale. Il vero colpo d’occhio in realtà è vedere che al di fuori del perimetro della città c’è il buio totale. Una città nel mezzo del nulla.

Il prossimo post sarà da Londra. Venire negli States ti aiuta a capire cosa voglia dire essere europeo. Magari parlerò di questo.