A luglio ho festeggiato i miei primi 10 anni a Londra. Il decimo anno non è più importante dell’ottavo o del nono, ma ha quel feeling di anniversaio che ti spinge a tirar un po’ le somme e fare qualche sospiro.

Come tantissimi altri italiani, sono partito con l’idea di stare in UK non più di un paio d’anni. Poi le possibilità che offre questo paese ti seducono, e due anni diventano dieci senza che ne accorgi. Al contrario di molti italiani che sono venuti in Inghilterra con l’odio in corpo dopo essersi duramente scontrati con il sistema lavorativo del Bel Paese, io non ho mai odiato l’Italia anche se ne ho visti e ne comprendo tutti i limiti. Questo mi spinge a non chiudere completamente la porta ad un mio possibile ritorno in Italia, anche se lo vedo improbabile al momento. Mi godo l’Inghilterra ogni giorno, ma allo stesso tempo ogni tanto mi capita di chiedermi se tornerò in Italia che, nonostante tutto, amo e rispetto.

Dopo dieci anni, gli amici in Italia ti dicono che “ormai ti sei inglesizzato”. Non so cosa voglia dire, ma senz’altro le testa di un italiano che vive 10 anni in UK diventa ibrida. Si entra in una specie di limbo, incastrato tra due paesi, tra due culture. Per quanto possibile, ho cercato di prendere o mantenere il meglio delle due culture. Ho fatto una piccola lista delle cose che ho cercato di acquisire o rifiutare della cultura inglese. Chissà se coincide con la vostra o se aggiungereste o togliereste qualcosa.
Eccola qui:

Cose che val la pena acquisire della cultura inglese:

– il sistema meritocratico. Imperfetto, ma alla fine della fiera, se sei in gamba e ti fai il mazzo, vai avanti. Anche se non hai leccato il culo, anche se tuo zio non ti ha raccomandato. Provateci in Italia.

– il rispetto delle regole. Non spinto come in altri paesi nordici, ma di lunga superiore a quello italiano

– il modo di guidare. Un po’ impacciato, ma umano, non bestiale e casinaro come quello italiano.

– il senso della “cosa pubblica”. In Italia se è di tutti, non è di nessuno.

Cose che non mi piacciono e che gli inglesi si possono tenere:

– il binge drinking. Per “lubrificare” i rapporti sociali hanno bisogno dell’alchool. Continuo a preferire il sistema alchool-free, già lubrificato, italiano. Fa un po’ pena vedere che l’alchool non è “un compagno” di serata, ma è praticamente tutto nei rapporti sociali. No alchool no party. Triste e un po’ infantile.

– l’incapacità di sostenere lo sguardo tra estranei. L’eye contact è considerato pericoloso come il colera. E il “thanks” che non vuol dire niente. Lo usano come il prezzemolo, ma “they don’t mean it”.

– il class system. Qui esiste addirittura una lingua diversa per la working class. Possibilità di riscatto sociale bassissima, sei marchiato dalla nascita.