“Kome? Tu essere “Taliano” e tu non folere vivere in Italia?”

Tale, o tale in modo assai soggettivo, era la reazione della maggior parte dei Tedeschi quando dicevo loro che io venivo da Roma.

Ehhh, lieber Freund, guarda che la vita non e’ uno spot della Ramazzotti, meno che mai in Italia….

Paese stupendo? Certo. Gente fantastica? A loro modo, sicuro. Ancora di piu’ , perche’ quel je ne sais pas quoi che solo noi “Taliani” abbiamo, quel senso di calda umanita’ che ti riscalda il cuore, lo vedi bene solo quando vivi all’estero perche’ in Italia e’ “di serie”.

Come la lingua meravigliosa che abbiamo, che per noi e’ la cosa piu’ normale del mondo, poi gli stranieri stanno li’ ad ascoltare te e un altro che parlate in Italiano e vi pregano di non smettere, perche’ “e’ cosi’ bello sentirvi parlare Italiano” anche se non ci capiscono nulla…..

Bene allora, vediamo cosa abbiamo: il sole, il mare, il cielo, la cucina, ovviamente la maaammmaa, gli amici, lo Stellone……

Manca niente? Dov’e’ il problema?

E’ difficile spiegarlo perche’ ognuno ha il suo carattere, ma ci provo sapendo che alcuni mi capiranno…. per me il problema e’ che, laureato con 110 e lode nel tempo minimo legale, lingue straniere, militare a posto, tanta voglia di fare, il tipo del personale del Banco di Santo Spirito ha avuto una reazione stizzita quando ha saputo che nessuno mi raccomandava. E me lo ha detto in faccia, che sprecavo il suo tempo. Povera stellina, ma che stellina tutta “taliana…”
Oppure mi ricordo i test attitudinali alla Banca Nazionale del Lavoro, veramente all’altezza della fama di quel, ehem, nobile istituto: gli esaminatori spariscono, i raccomandati scopiazzano alla grande (perche’ poi? Non potete truccare le carte dopo? Probabilmente no, siete cosi’ seri…). Arriva il momento del colloquio individuale, una donna timida e non troppo intelligente, ma dotata di una serena praticita’ anche quella tutta italiana e che io non ho mai avuto, me lo dice anche lei in faccia: eh, be’, sa, insomma, senza agganci…… in compenso e’ gentile, non mi dice che le faccio perdere tempo, deve essere abituata a portare le sue croci…..

Non sono le uniche volte, ma quelle che mi sono rimaste piu’ impresse.

Ore a studiare, nottate sui libri, vacanze saltate.
L’idea, molto poco italiana, che il sudore paghera’, che seminare di piu’ aiutera’ il raccolto, che “the early bird gets the worm”.
Macche’.

Esci da certi colloqui, il sole splende e Roma e’, come sempre, stupenda. E ti chiedi in che Paese vivi. La cosa piu’ sconcertante pero’ e’ capire, sempre di piu’ (prima forse chiudevo gli occhi, o mi illudevo che il fenomeno fosse assai piu’ circoscritto, quando hai vent’anni vedi il bello ovunque e probabilmente e’ giusto cosi’…..) che tutto questo furbastreggiare non avviene perche’una Maga Mago’ ha messo qualcosa nell’aria o perche’ un Mago Merlino cattivo ha inqunato l’acqua……

E’ cosi’ perche’ l’ Italia profonda queste cose le tollera; le vuole; ci sguazza.

Perche’ siamo belli e umani e vivi, ma in troppi cercano la scorciatoia e la furbata. E finiscono con l’ eleggere un ladro per non pagare le tasse, con l’ accettare il privilegio ingiusto sperando di essere i prossimi a fruirne, col cercare i santi in paradiso e inquinare se stessi e le generazioni future; “fatti furbo, figlio mio….”

Gia’ all’Universita’ avevo conosciuto gente di un cinismo rivoltante, gente che ti faceva sentire il mondo come un’immensa pattumiera per tutto il pomeriggio. Pensavo fossero tristi eccezioni, ho capito poi che sono comunque in troppi e sufficienti a inquinare l’aria……

Non e’ stato solo per questo, certo. Potrei parlare di altre cose, potrei dire che a Roma e’ un casino comunque, la metro affollata, il caldo, il rumore, la paga magra, gli affitti cari; potrei dirvi che se devo andare a Milano per cercare un po’ di societa’ funzionante il mio Paese mi ha gia’ tradito… .
Non e’ stato solo questo, ma questo e’ stato determinante.

L’Italia e’ una bellissima donna che ti invita ad avvicinarti a lei con un sorriso celestiale e poi ti prende a sberle, ma mai smettendo di sorriderti.

I turisti vedono solo la bellezza e il sorriso e sorridono pure loro invidiosi ma non sanno di essere, in molte cose, bellissimi…

E arriva il punto in cui dici basta. In cui sai che ci deve essere, ci deve essere al mondo un posto dove quello che sei e che vali conta piu’ di chi conosci; dove non esiste il cinismo, pigro oltre che ipocrita, dell’ “e’ cosi’ ovunque”; dove uno sente di poter dire che la vita tratta tutti magari non con perfezione assoluta, ma – nei limiti della condizione umana – in modo equo.

E cosi’ sono andato in Germania. 330 curriculum, scritti in un tedesco tutto sommato imperfetto, dall’Italia, senza che dico una raccomandazione, nemmeno una foto nel CV! (vai a sapere che in Germania lo fanno tutti…). In mezzo ai cori di quelli che dicevano che “non ci riuscirai mai” e “senza agganci non si va da nesuna parte” e “hanno gia’ abbastanza disoccupati di loro”.

Tre colloqui in tre mesi, due offerte di lavoro in simultanea, stipendio che ti consente di viviere da solo in dignita’, pagare l’affitto, mettere da parte, goderti il tempo libero e avere una bella macchina. E sapere che il Paese ti tratta bene e non gli importa chi conosce tuo padre e che favori puo’ fare. E con gli anni, altri due lavori, carriera fino alla dirigenza, unico italiano tra centinaia di persone, unico straniero in tutto il piano! Perche’ in Germania chi e’ tuo padre e che favori ti puo fare non importa a nessuno, a nessuno, a nessuno.
Un Paese magnifico anche senza il Colosseo, bello come son belle la serieta’ e l’ onesta’. E bello, per aggiunta, anche di suo.

E ci sarebbe tanto altro, ma questo e’ quello che conta, alla fine: alzarsi la mattina e sapere che il sistema nel quale vivi non ti sta truffando, che non passerai la tua vita tra rassegnazione e livore. Per altri sara’ una cosa secondaria, per me no. Perche’ sono emotivo, “tignoso”, magari rompiscatole, ma il furbismo non mi va giu’, la societa’ basata sulla scorciatoia e sul privilegio non e’ la mia.

Quando ci vedo da fuori io lo so, che non siamo cosi’ belli come ci vedono i tedeschi, che ci idealizzano perche’ abbiamo tutto quello che loro non avranno mai.

Eppure, eppure….
passano gli anni, e capisci un po’ di cose. Quando vieni in contatto con i rari Italiani in Germania, vedi in loro quella “cosa” interiore, quella forza buona, quella qualita’ imponderabile che si chiama “umanita'”. Lo vedi piu’ chiaramente di prima, perche’ prima era ovunque, era la tua realta’, come non vedevi quasi mai come e’ bello il cielo azzurro perche’ solo raramente era grigio…; mentre ora, nel grigio dei tedeschi (bravi, seri,onesti, ma sempre un paio di gradi sotto la temperatura ambiente….) un Italiano e’ comunque come un raggio di sole.

Alla fine capisci che un Dio buono non ha voluto dare tutti i pregi e tutti privilegi solo ad alcuni; che avendo storia, monumenti, sole, mare, pasta, maaammma, amici e stellone non puoi chiedere anche le virtu’ teutoniche; che probabilmente anche queste si hanno solo pagando un certo prezzo, prezzo che gli Italiani (collettivamente intesi) da circa sedici secoli non vogliono pagare.

Mi tornano in mente le parole di un ex collega tedesco: “i Romani di oggi, quelli siamo noi!”.
Come dargli torto? Ja, mein lieber, quelli siete voi!

Ma noi siamo gli unici e inimitabili Italiani di oggi! Permettimi dunque di essere orgoglioso di questo, con tutti i difetti.

Permettimi di combattere, nel mio piccolo, la mentalita’ furbastra, lo squallore del piccolo italiota strisciante e annusante per terra come un formichiere alla ricerca della traccia giusta, della piccola porcata, di un altro compromesso, di un altro figlio “sistemato” che non sapra’ mai come e’ bello sapere di esserti fatto la tua vita da solo (e pagando il prezzo in contanti; e senza sconti).

Ma non farmi mai dimenticare l’orgoglio di essere Italiano.