King Tut, come lo chiamano gli americani, è in arrivo e a novembre soggiornerà in quella elefantiaca, sfortunata struttura inaugurata da Tony Blair alle soglie del 2000 con il nome di Millennium Dome, e che ora sarà riaperta come exhibition centre, chiamandosi O2.
L’80 dei turisti, dopo la sensazionale esposizione del 1972, ancora è convinto che il faraone si trovi al British Museum.
In realtà, Tutankhamun, a parte quel viaggio eccezionale di 30 anni fa, è sempre rimasto in Egitto e il parlamento egiziano, in seguito a quel tour memorabile, ha poi decretato che il re e il suo tesoro non debbanno mai più lasciare il Paese.
Ora però servono soldi per finanziare dei progetti di conservazione e restauro. Quindi King Tut può riprendere a viaggiare.
La mostra ha già fatto il tutto esaurito negli Stati Uniti, ma ha anche suscitato un vespaio di polemiche, con gente che si è sentita tradita e ingannata.
Perché?
Semplice: il pezzo forte del tesoro, la bellissima maschera funeraria tutta d’oro del faraone, non è in mostra.
Data la sua fragilità, non può lasciare l’Egitto per problemi di conservazione.
Gli organizzatori dell’evento hanno però messo in bella vista su volantini, brochures, poster e sito web , un’immagine miniaturizzata del faraone che compare su uno dei vasi canopici, nello specifico quello destinato a conservare il fegato del re.
E’ molto simile alla famosa maschera d’oro, ma non è quella. Dato che non tutti sono esperti egittologi o si chiamano Howard Carter, la differenza diviene irrile