Tutto è iniziato quando abbiamo dato ragione alla tipa che si è scottata le gambe prendendo un tè da McDonalds, ha fatto causa e ha vinto un sacco di soldi perché sul bicchiere non c’era scritto che il tè era caldo. Da che mondo e mondo il tè si fa con la l’acqua bollente. Avremmo dovuto dirle “bella scoperta” e invece abbiamo dato potere agli avvocati che riescono a vincere i casi più assurdi. E lo strapotere della legge davanti al buon senso ha prodotto idiozie, come la scritta “May contain nuts” sul pacchetto di noccioline. Cosa diamine ti aspetti che contenga un pacchetto di noccioline? Scritte per pararsi il culo, in caso qualche idiota sia dotato di un buon avvocato (e la mamma degli idioti è sempre incinta).

Bisognerebbe tornare al buon senso. Bisognerebbe misurare quello che ha buon senso e quello che non ce l’ha. Il buon senso si misura sulla sua assenza. Un buon modo per misurarlo è chiedersi “com’era 50 anni fa?”. 50 anni fa se andavi a prendere il tè al bar, stavi attento a non berlo di corsa perché sapevi che era bollente. Adesso lo puoi tracannare in 10 secondi, bruciarti l’esofago e poi fare causa al barista che non ha scritto sulla tazza “Warning: hot water”. E riesci pure a vincere la causa.

L’assenza di buon senso genera monnezza. Una quantità esagerata di carte, documenti, sacchetti e protezioni di cartone corrugato per i bicchieri del tè (e poi vogliono salvare l’ambiente). Se hai un business devi proteggerti da tutto e da tutti. Una cosa è l’health and safety che salva un muratore da una caduta dall’impalcatura, una cosa è quella che per evitare che tu ti possa rompere un’unghia, si inventa 80 forms e 20 segnali da esporre.

Siamo seri, torniamo al buon senso. Scriviamo sui pacchetti di noccioline “May contain nuts. Idiot.”