Sto ancora ridendo per il taglio di capelli che hanno fatto oggi ad un mio collega. Il tipo aveva necessità di una spuntatina veloce ed ha deciso di andare da un barbiere nero di Streatham che sta dietro casa sua. Il risultato è un taglio con la macchinetta con linee hardcore/radicali per definire fronte, basette e nuca. In parole povere, un’omino Lego…
Penso che affrontare il parrucchiere sia una delle cose piu’ spaventose quando vivi all’estero. Ricordo ancora la prima esperienza. Ero in quel di Lancaster e andai dal parrucchiere nella piazza centrale del campus universitario, Alexandra Square. La parrucchiera avrà avuto 17 anni esagerando e senza la minima esperienza a livello internazionale. Del tipo, non aveva mai visto uno straniero in vita sua, tanto meno avergli tagliato i capelli. In quel momento non avevo pensato a quali conseguenze andassi incontro. Il gergo parrucchiere in inglese non era il mio forte. Quando mi ha chiesto come volevo i capelli sono entrato in crisi…. ma era troppo tardi. Dopo un buon avvio, in cui le ho impedito di rovinarmi, iniziai ad avvertire la stanchezza ed ho abbassato la guardia. Pensavo che il peggio fosse passato. Il taglio era quasi finito, dopo tutto. Cosa mancava? Ah già le basette!!! Purtroppo prima di scoprire come si dicesse basetta, la stronza aveva già azionato la sua macchinetta magica e una basetta era andata. Sul pavimento del negozio c’era l’equivalente di una marmotta… e quella era solo la mia basetta sinistra.
Quel giorno ho imparato una dura lezione. Pensavo che le mie avventure tricotiche degne di nota fossero finite, ma mi sbagliavo. Quando mi son trasferito a Londra, sono andato a vivere a Stoke Newington. Un giorno andai a fare visita ad uno dei 1000 barbieri turchi che ci sono in Stoke Newington High Street. Un tipo che somigliava vagamente alla versione turca di Maradona mi fece segno che era il mio turno. Feci per sedermi, e il tipo si sedette su un divano e finì di leggersi un giornale. Con calma, pensai, tanto non c’ho una minchia da fare… una volta finito il giornale, El Diego si alzò, venne verso di me, mi mise un lenzuolo protettivo attorno al collo, s’accese una sigaretta, e iniziò a sforbiciare senza chiedermi niente. Allora lo interruppi e gli dissi come volevo che mi tagliasse i capelli. Panico, non parlava inglese. Lo tenni sottocchio in caso si apprestasse a fare puttanate di massima portata. Ma no, lui se la gestì da dio e manovrava il rasoio sul mio collo e sulle mie tempie con la destrezza di un mastro circoncisore. Devo dire che il taglio venne bene. D’atronde Italiani-Turchi una faccia una razza. Il dopo taglio, però, cambiò in modo definitivo la mia visione de El Diego. Quando pensai che il gioco fosse finito, El Diego estrasse uno stoppino, lo imbevve in un liquido infiammabile e dopo averlo brandito nell’aria, cercò di avvicinarlo alla mia faccia. Io mi ritrassi (ovviamente). El Diego allora mormorò un qualcosa in turco che io interpretai come ‘sta fermo, cacasotto’. Capii che era una tecnica turca per eliminare i peli superflui sulle guance e seppur restio, glielo lasciai fare. Il procedimento fu assolutamete indolore ma alla fine puzziavo un po’ come un porceddu (aio’). Ma i turchi sanno qual’è la risposta alla puzza di capello bruciato! E allora, dopo aver sbottonato il mio lenzuolo protettivo, con un colpo secco, lo fece volare in aria. In preda al trance da taglio, El Diego prese una bomboletta di deodorante spray tamarro (Vedi Linx o Intesa, lacertezza di piacere) e me la svuotò addosso per metà…. Preso dallo sconforto, pagai e tornai a casa. Un volta a casa riempii la vasca di acqua calda per cercare di cancellare quell’odore malefico…..
Oggi il problema non si pone più perché Eric mi taglia i capelli. Anche se Eric tifa per la Maggica…..
E per oggi è tutto.
Passo e chiudo
G x
Il Marziano