Generalmente nel weekend Luisa, che e’ una party girl, si trova all’uscita da un club, provata dalla serata, ma soprattutto da tutto quello zompettare in un paio di costose, ma scomodissime scarpe tacco 12cm. Senza lamentarsi piu’ di tanto si incammina ben sapendo che trovare un taxi e farsi portare a casa a quest’ora e’ quasi una missione. A quanto pare tutti, ma proprio tutti, si riversano nelle strade della central London, mano alzata al primo segnale illuminato in movimento.
In realta’ il problema sta nel fatto che i taxi non sono poi cosi numerosi perche’ Londra e’ la citta’ al mondo in cui diventare taxista risulta piu’ difficile: non basta una patente e una fedina penale pulita, bisogna passare un esame noto come The Knowledge, che richiede almeno 3 anni di preparazione e studio. I knowledge boys (o piu raramente girls), come vengono chiamati i taxisti-wanna-be, girano per Londra con dei motorini sul cui manubrio fissano una mappa della citta’ in modo da poterne impararne a memoria tutte le strade. Alla fine della loro preparazione non dovranno solo conoscere ben 25,000 strade centrali e le maggiori rotte periferiche ma anche tutti gli edifici e monumenti della citta’, incluso l’ordine con cui sono distribuiti i teatri su Shaftesbury Avenue, e soprattutto essere in grado di eleborare in pochi secondi il percorso piu’ breve verso la meta, tenendo adeguatamente in conto condizioni metereologiche, eventuali lavori in corso e zone ad alto traffico.
Una ricerca dell’universita’ di Oxford riportata dalla BBC ha addirittura dimostrato che questo tipo di traning ha ripercussioni “fisiche” sulla forma del cervello dei taxisti londinesi che presenterebbe un ippocampo molto piu sviluppato della media.
E Londra non ha solo questo primato. E proprio qui infatti che si rintraccia l’origine del moderno taxi, detto anche Hackney Carriage, da “de Haquenee”, una famiglia franco-normanna stabilitasi nella zona di Hampstead, che per prima pare aver inventato una carrozza trainata da cavalli capace di viaggiare per tutte le strade di Londra, anche quelle piu strette e impervie.
Come si sia arrivati dalla carozza a cavalli al black cab tipico sinceramente non lo so e non e’ nemmeno una di quelle domande che mi attraversa la mente mentre mi strizzo nel mio cappottino e guardo Oxford Street semi deserta.
Ma quella forma caratteristica del taxi londinese, tutto bombato con i 5 posti a sedere e pure lo spazio per le valigie, la riconosci subito, ti getti verso il bordo del marciapiede e ti sbracci, ma puoi stare certo che ti ha visto.
“Where are you going, love?”