English CricketSe qualcuno vi dice che va a disputare una partita e per cinque giorni non si fa più sentire, o si è voluto liberare di voi o più probabilmente è andato a giocare a cricket.

Il cricket nasce nel sud dell’Inghilterra tra il XIV ed il XV secolo. La sua terminologia e l’inconsueta lunghezza delle partite, tale da permettere addirittura intervalli per il pranzo e il tè, rendono questo gioco difficile da comprendere.

Il cricket – ci spiega Simone Gambino, presidente della Federazione Cricket Italiana – nasce e si afferma nell’Inghilterra dei Tudor come lo sport della nuova classe emergente: la borghesia. La rigidità delle sue regole, non a caso, riproduce il sistema di casta che contraddistingue storicamente la società inglese”. Vediamo quali sono appunto le regole di questo gioco.

La partita è divisa in uno o due innings (frazioni di gioco) e ogni inning ha diversi overs (lanci). La partita viene disputata da due squadre di undici giocatori ciascuna, come nel calcio, anche se le similitudini finiscono qui. Al centro del campo vi è una corsia (pitch) lunga venti metri e larga tre, ai cui estremi vengono sistemate due piccole porte costituite da tre paletti (wickets – vedi figura). I ruoli principali dei giocatori sono il bowler (lanciatore), il batsman (battirore), il fieldere il wicketkeeper.

Ogni inning inizia schierando tutti gli undici giocatori di una squadra, che lanciano la palla e difendono il campo (fielder), contro un solo battitore che, se viene eliminato, verrà sostituito da un compagno. Si andrà avanti così fino all’eliminazione del decimo battitore.

Vi siete già persi? Niente paura, capire meglio i ruoli dei diversi giocatori aiuterà a chiarire meglio la dinamica del gioco.

Il batsman ha il compito di battere la palla lanciata dal lanciatore. Colpita la palla deve correre da un estremo all’altro del pitch, contemporaneamente e in direzione opposta al suo compagno di squadra (non-striker) che non ha eseguito la battuta.

Entrambi i runners devono toccare il terreno con la mazza oltre una specifica area del pitch (popping creaseprima che uno dei fielder della squadra avversaria recuperi la palla. Ogni run completata da un battitore contribuisce al punteggio finale della squadra. Vince chi finalizza più runs

Il bowler deve lanciare la palla con un’azione chiamata “azione di bowling”. Il suo compito è quello di colpire il wicket. Se questo avviene, il battitore viene eliminato, riducendo così le possibilità per gli avversari di segnare runs.

I fielder sono i nove compagni che, assieme al wicket keeper e al lanciatore, formano la squadra impegnata nel lancio. Il loro compito è quello di recuperare il più presto possibile le palle battute e limitare così il più possibile il numero di runs subite.

Il wicket-keeper infine, è un fielder specializzato nello stare dietro il wicket del battitore durante il gioco. Il suo lavoro primario è quello di afferrare le palle che il battitore non riesce a colpire, evitando che finiscano nell’outfield. Qualora questo succeda, viene subita una run.

E se le cose non fossero abbastanza complicate, è bene sapere che esistono almeno tre tipi di partite di cricket: il Test cricket, il One-day cricket e il Twenty20.

Il test cricket, ci spiega Gambino, “rappresenta il gioco originale e le partite possono durare anche cinque giorni. Ogni partita ha almeno 90 overs ciascuna” (450 overs complessivi). Non ci sono limiti alla durata degli innings, quindi paradossalmente una squadra può battere dall’inizio alla fine della partita. Il nome Test deriva proprio dal ”test of strength” (test di resistenza) a cui le due squadre sono sottoposte. Il twenty20, invece, assume questo nome proprio perché consiste in 20 lanci per ogni parte in un inning.

Sono un vero appassionato di cricket – ci dice il londinese Dan Jamieson – tanto da andare fino in Australia per godermi gli Ashes dal vivo. Al Test cricket preferisco il one-day, che è più facile da seguire”. Come dargli torto. Il one-day cricket ha infatti un solo inning per squadra e ha un numero limitato di overs (è infatti conosciuto anche come Limited Overs match). Come ci spiega Dan, “questa forma di cricket nasce dalle esigenze dei tempi televisivi. Sarebbe improponibile trasmettere una partita che dura 5 giorni”.

Nonostante le prime notizie relative al cricket in Italia risalgano al lontano XVIII secolo, questo sport non è mai riuscito ad avere tanti adepti quanti ve ne sono in Inghilterra. In Italia, dice Gambino, “ci sono circa 2.000 tesserati e sono circa 100.000 coloro che ogni domenica giocano forme ibride del gioco nei parchi disseminati in tutta la penisola. In Inghilterra i praticanti sono circa 3 milioni”

The Ashes

E’ la competizione internazionale, tra Inghilterra e Australia, più antica e sentita dagli appassionati di cricket. Gli Ashes vengono giocati solo d’estate, alternativamente nei due rispettivi paesi. Sebbene nominalmente l’evento dovrebbe avere luogo ogni due anni, essendo i due paesi in due emisferi diversi, l’intervallo tra due Series può durare dai 18 ai 30 mesi. Nell’ultima edizione il titolo è andato all’Inghilterra, cosa che non succedeva da 18 anni.

 

Informati in un click:

International Cricket Council www.icc-cricket.com

European crichet Council www.cricketeurope.net/ECC

Federazione Cricket Italiana www.crickitalia.org

Per info sui biglietti www.ticketmaster.co.uk