Diciamo la verità. Shevchenko è un grande calciatore, ma come uomo (e quando dico uomo parlo di Uomo Menshelthiano ) deve ancora imparare molto.
Con quella voce un po’ melliflua, con quel broncio che si forma in bocca quando inizia a parlare, con quel repertorio di buonismi a cui ci ha abituato,
“Allora Sheva, con questa tripletta hai deciso la partita.”
“No, non direi così. Io ho segnato 3 gol, ma squadra mi è stata dietro. Il merito è di squadra, non mio.”
“Con questo Pallone d’Oro sei il giocatore più forte d’Europa.”
“No, non direi così. Ci sono tanti giocatori forti in Europa, ma il merito è di squadra. Senza la squadra ora non avrei questo premio.”
è chiaro che un uomo del genere a casa con la moglie si trasformi in perfetto esemplare di zerbino. Doveva leggere il numero 35 di Men’s Health, dove a pagina 123 c’era uno speciale intitolato “I 27 trucchi per non farsi sopraffare dalla tua ragazza”, oppure il numero 76, l’articolo a pagina 43 intitolato “I 10 gradi segreti per domarla come una tigre”.
Non l’ha fatto.
Finchè la sua sudditanza riguardava l’aspetto prettamente familiare non c’erano problemi. Se a Kristen piaceva quel taglio orribile con cui si presentò la scorsa stagione, ok Sheva, fatti il taglio di capelli orribile, ma continua a segnare. Ma se Kristen decide che Londra le piace più di Milano, perché Sheva deve giustficarsi così?
Non c’entra nulla mia moglie, abbiamo deciso insieme per il bene della nostra famiglia. Io non parlo inglese, mia moglie non parla ucraino, la lingua che abbiamo in comune in questo momento è l’italiano, ma l’unico modo per poter far capire ai nostri figli l’amore che abbiamo per loro è la lingua l’inglese.
A BELLO! Ci avrà messo una settimana, poverino, a scrivere questo comunicato stampa, che più che una giustificazione sembra un ragionamento di Hegel. Come se nessun calciatore straniero avesse avuto prima d’ora questo problema, come se coi soldi che guadagnano…ok la solita banalità dei ricchi che possono fare quello che vogliono. Eppure avrei preferito che mi dicesse che sua nonna era morta, che l’autobus era in sciopero una di quelle belle balle che si dicevano quando si mancava dal compito in classe.
Non c’entra nulla mia moglie, abbiamo deciso insieme per il bene della nostra famiglia. A Milano non ci sono grandi negozi di giocattoli, a Londra c’è Hamleys, trasferirci lì è l’unico modo per poter far capire ai nostri figli l’amore che abbiamo per loro.
Non avrebbe reso decisamente meglio??
Io non so se sono pronto a vedere i bambini londinesi con la maglietta del Chelsea con dietro il nome Shevchenko. Io non sono pronto a vedere Shevchenko con una maglia diversa da quella del Milan. Cazzo, era ieri che piangevo di gioia dopo quel rigore. E ora che ci penso era anche ieri che piangevo di tristezza dopo quell’altro rigore.
Ok Sheva, ti perdonerò solo se passi in negozio e invece di trattarmi a pesci in faccia come fece Davids ti tratterrai con me nel momento in cui, vedendoti, inizierò a cantare:
“IL FENOMENO LASCIALO LA’, QUI C’E’ SHEVA!”