Li ho trovati stamattina.
Il box office della Stargreen è proprio davanti all’uscita della metro di Oxford Circus e tre settimane fa tra i tanti piccoli, colorati annunci c’era anche quello del concerto dei Rancid. Stuart è il supervisor del secondo piano e da un anno ormai mi chiede di trovare una gig a cui andare insieme. Qualcosa di rock, veloce, qualcosa come i Rancid. Otto anni fa produssero il miglior cd del mondo, un mix di punk, ska, reggae che ancora ascolto con lo stesso entusiasmo del 1998. Quando ho avvisato Stuart del concerto non proprio imminente mi ha dato via libera per comprare due biglietti.
“Go Gigi!” mi ha detto. Stuart è un grande e non solo perché è una delle poche persone in negozio che NON ascolta hip hop.
Quando sono tornato il giorno dopo, l’avviso del box office era scomparso. Il tempo di entrare, chiedere e la notizia che i biglietti fossero esauriti mi è caduta addosso come un macigno.
Stamattina in treno pensavo di riprendere il blog con l’occasione perduta di poter vedere uno dei miei gruppi preferiti. Parte di quello almeno, visto che Lars Fredericksen lo incontrai ad High Street Kensington una mattina di Marzo. Però non suonava. Aspettava la metro. Quando sono uscito dalla stazione di Oxford Circus ho dato di nuovo un’occhiata alla vetrina del box office e in alto, su un foglio verde, c’era di nuovo l’avviso.

RANCID
16 NOV.
TICKETS AVAILABLE

Quattro ore dopo i biglietti erano dentro una busta. Mancano due mesi e mezzo e questo concerto è come manna scesa dal cielo.
Sto pensando seriamente di cambiare lavoro. Non che abbia mai messo la firma come dimostratore di giocattoli da Hamleys, ma negli ultimi tre mesi l’idillio di lavoro in cui mi pagavano bene per divertirmi si è ridimensionato notevolmente. Non ho la più pallida idea di cosa potrei fare. Ho scritto una specie di romanzo (i due mesi di silenzio sono dovuti alla completa dedizione a questo progetto), tra pochi mesi saprò se il mio posto nel mondo sarà nella copertina di qualche libro.
Sto valutando di tornare in Italia. La firma per stabilirmi a Londra ho pensato seriamente di metterla, ma in questi tre mesi ho considerato varie aspetti che mi mancano molto. Ma non ho la più pallida di dove andare. Amo Londra e so che ogni città italiana mi farà rimpiangere i parchi, le case Lego versione familiare, i “Sorry” senza motivo e le question tags.
Il 16 Novembre diventa una ragione per andare avanti e voglio credere sia un segnale che mi chieda di restare a Londra, almeno per i prossimi due mesi e mezzo.

Basta poco per resistere. Basta anche un bambino con la felpa di Superman e la scritta dietro, coperta in parte dalla mano del supereroe. Quale lettera secondo voi? La U. Cosa si leggeva?

SPERMAN

Penso la madre sia rimasta perplessa nel vedere noi ragazzi che ridevamo come scemi alle loro spalle. Quale supereroe sarebbe stato SPERMAN!