Se fossi nato nel 1994 potrei salire sul treno o sul bus con la radio a tutto volume e nessuno mi direbbe nulla. Potrei mettere i piedi sui sedili e graffiare il vetro del finestrino. Ma ho la sfortuna di essere nato nel 1974 e se lo faccio, mi direbbero di abbassare il volume, di togliere i piedi dal sedile e di smetterla di usare le mie chiavi sul vetro.

La situazione è sfuggita al controllo. Abbiamo creato una società che dà tutti i diritti agli adolescenti e nessun diritto agli adulti. Abbiamo creato una categoria di Intoccabili. Ma non sono i 60enni che lavorano in politica a cui tanto siamo abituati in Italia. Hanno 14 o 15 anni e sono armati di cappuccio e telefonino.

Gli hoodies. Londra ne è terrorizzata, a ragione. La situazione è questa. Se un teenager tira uno schiaffo e tu ti difendi in qualche modo, sono cazzi amari solo per te. Abuso su minore per te, una sgridatina (se va bene) per lui. E i teenagers lo sanno e agiscono di conseguenza. E’ come se gli avessimo dato la licenza a delinquere. Gli hoodies sono il prodotto culturale della società dei fanatici dei “solo diritti e nessun dovere”. Quando avevo 15 anni mai mi sarei sognato di tirare uno schiaffo ad uno di 50 perché sapevo che me lo avrebbe restituito con gli interessi e perché i miei genitori mi avevano insegnato ad aver rispetto per le persone più grandi di me. Oggi i teenager sanno che tirare uno schiaffo ad uno di 50 anni è gratis, altro che interessi. Negli ultimi due anni ho assistito a quattro arresti. Qualche ladro? Qualche spacciatore? Macchè. Tutti di hoodies. Tutti contro il muro, circondati da una dozzina di poliziotti. Roba da film. E la zona era una delle più tranquille di Londra.

Lo sappiamo, facciamo crescere i bambini nell’abbondanza. Sappiamo che è dannoso, ma continuiamo. Gli diamo tutto e così non desiderano più niente. Nulla che duri più di un giorno. E allora subentra la noia, che unita all’intoccabilità genera quelli che gli inglesi amano chiamare Anti Social Behaviour (odio questo termine, è pieno di bigotteria). Non gli trasmettiamo più il desiderio di conquista: vuoi qualcosa? Lavori duro e te lo conquisti. Semplici e ovvi processi di crescita che oggi non sono più così ovvi. Quando hai l’iPhone a 12 anni, cosa vuoi desiderare a 30? Li abbiamo affogati in una montagna di diritti a causa di stupide paure. Se parlate con un insegnante ne sentirete delle belle. Oggi nella scuola non si può fare più niente senza rischiare la denuncia. Guai a dare una pacca sulla spalla per congratularsi con un ragazzo, guai a costruire una sana competizione in classe, guai a reguardire un bambino con una parola di troppo. Potrebbe scattare una denuncia, meglio pararsi il culo. Gli insegnanti non hanno più potere e sono gli zerbini sui quali ripulire le frustrazioni dei genitori. La vita è fatta di conquiste, gioie come di delusioni, arrabbiature, ingiustizie. Tutte cose a cui ci si deve abituare a sopravvivere e non capisco perché bisognerebbe difendere i bambini e i teenager da tutto questo. E’ come dare da mangiare a un gatto per 5 anni e poi mollarlo nella savana africana e dirgli “arrangiati”.
In fondo, se ci pensate, quando eravamo ragazzi noi (almeno quelli che sono nati negli anni 70 come me) abbiamo tutti subito qualche presa in giro, qualche frustrazione, qualche offesa e qualche ingiustizia. Eppure siamo sopravvissuti. E forse siamo diventati più forti. Si chiama “crescere”. Oggi una presa in giro è considerata un “deprorevole caso di bullismo”. Se è così, allora siamo stati tutti vittime del bullismo. Puffo Quattrocchi oggi sarebbe in terapia. Il fatto è che, difendendo sempre i ragazzi da ogni possibile pericolo, la prima volta che ne incontrano uno vanno fuori di melone, sclerano, non riescono ad affrontarlo. Se non ti sei mai fatto gli anticorpi, prenderai l’influenza, è matematico.

Ci sono bambini e teenager che subiscono davvero ingiustizie e violenze che non dovrebbero subire. I casi di bullismo vero e di violenza vera esistono. Dovremmo impegnarci a scoprirli e a difendere chi ne è vittima. Non il teenager il cui genitore si lamenta perché gli insegnanti non lasciano tenere al loro pargolo il cellulare acceso a lezione (è successo davvero e continua a succedere).