“I’m also just a girl, standing in front of a boy, asking him to love her”.

Queste indimenticabili parole di un indimenticabile film sono echeggiate di nuovo nel mio salone quando ho deciso, quando giorno fa, di ripescare il relativo DVD dalle profondita’ nelle quali si era nascosto e di passare un paio d’ore a rivedere il timido e gentile signor Thacker e l’improbabile Spikey; il ladro del negozio di libri e l’involontariamente comica “fruitarian” – cosi’ tragicamente realistica – e i tanti altri personaggi che fanno di questo film qualcosa di veramente particolare.

Dopodiche mi e’ venuta la curiosita’ di andare su Internet a vedere se se ne puo’ sapere di piu’ dei posti esatti nei quali e’ stato girato. Non una, ma diverse pagine internet si occupano della faccenda; non tutte con lo stesso grado di accuratezza ma tutte con il lodevole intento di aiutare l’appassionato cinefilo.

Consiglio agli ammiratori di questo film (che sono tanti, immagino) di visitare questi angoli finche’ sono in tempo, perche’ “grade listing” o non “grade listing” i tempi cambiano, i negozi e le atmosfere cambiano con essi e tra qualche anno ci potrebbe essere uno starbucks al posto del “tattoo parlor”, e chissa’ se e quanto dell’atmosfera di Portobello Road e di Notting Hill si salveranno dagli attacchi del tempo e della gentrification, sicuramente gia’ piu’ avanzata oggi di quanto lo fosse una decina di anni fa.

Una volta reperite le informazioni su Internet (e’ facile e basta un google con “Notting Hill film locations” o simili, qualunque link io metta qui sarebbe presto obsoleto), e’ facile trovare la famosa porta blu (che non e’ piu’ blu, ma adesso sono blu varie porte li’ attorno, deve essere un contagio….) e parecchio del resto.

Andando alla ricerca delle atmosfere del film, un episodio curioso mi ha dimostrato che il senso degli affari e’ un dono che non tutti possiedono, o forse semplicemente che certi film vanno visti….
Prima di mettermi in marcia per Notting Hill avevo guardato un solo sito che mi diceva dove era l’esterno della libreria usato per le riprese (c’e’ un altro negozio e un negozio di libri probabilmente non c’e’ mai stato). Per caso pero’ li’ vicino (in Blenheim Crescent, appena fuori Portobello Road) mi sono imbattuto in un negozio di libri di viaggio, con insegna blu e iscrizione molto simile a quella che appare nel film. E’ evidente che l’esterno non e’ quello del film, ma il colore dell’insegna e il titolo ti incuriosiscono e ti spingono a entrare dentro, perche’ e’ ovvio che sono stati di ispirazione.

Una volta dentro scopri, mettendoti nelle angolature del film, che se il film non e’ stato girato li’, e’ stato girato nella ricostruzione di quel posto li’. Per cui, uno pensa, il libraio che gestisce quel posto siede su una fonte di reddito che andrebbe adeguatamente sfruttata: in fondo uno non apre negozi per dare il ricavato in beneficenza….

Ebbene, mentre ero li’ che controllavo le angolature, il muro spiovente sopra la cassa, l’intera atmosfera del posto e mi dicevo “deve essere stato qui” un gruppo di ragazzi e ragazze chiedono al libraio se e’ li’ che e’ stato girato il film.
Incredibilmente, l’uomo risponde “no, e’ stato girato in studio”.
Il che e’ , incidentalmente, vero, ma dal che si capisce che il signore non ha un grande senso degli affari, perche’ quando la gente viene a cercare il tuo negozio di libri da lontano, mettere i libri giusti in vetrina non deve essere cosi’ difficile (sulla Turchia, per esempio ;)…).

Comunque sia, sia il posto in se’ sia l’andare sulle tracce dei locali del film consentono di passare un paio di ore immersi in un mondo un po’ di sogno, nel quale puoi sentire frasi come quella citata in apertura e cercare, se puoi, di trattenere la lacrimuccia.

Spero che il libraio si sia almeno goduto il film….