La strada e’ di tutti
La strada e’ di tutti, dicevamo da bambini. Non una cosa proprio da bambini, veramente; un principio di liberta’ e di rispetto, qualcosa con cui imparavi a crescere e che imparavi ad apprezzare. Mi chiedo se e’ ancora cosi’, o se le moderne ideologie non stiano lentamente facendosi beffe di questo concetto, come di parecchi altri. Prendiamo le corsie preferenziali per gli autobus. Va bene, la strada e’ un bene prezioso ed e’ giusto che il suo uso sia, entro limiti ragionevoli, regolamentato. Va bene, ci sono situazioni nelle quali l’uso di questi spazi diventa un bene talmente prezioso che e’ opportuno limitarne l’accesso (penso non solo alle corsie preferenziali, ma per esempio ai parcheggi riservati ai residenti). In questo caso la sotuazione e’ semplice: il disagio creato dal laissez faire e’ tale, e per tutti, che una forma di regolamentazione si impone e giova, alla fine dei conti, a tutti. Ci sono pero’ situazioni nelle quali secondo me si esagera palesemente, o meglio nelle quali un’istanza ideologica prende il sopravvento su esigenze, in origine, eminentemente pratiche. Prendiamo la Jamaica Road, andando verso Rotherhite. Corsia preferenziale in vigore 24/7, anche quando (come e’ il caso la domenica pomeriggio) vi transita solo un autobus ogni 2/3 minuti e qualche – molto raro – taxi. Chiunque ha visto la differenza tra una strada trafficata a due corsie e la stessa strada...
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